Perdite consistenti per la rucola di I e IV Gamma della Piana del Sele

Oltre 3.000 tonnellate di rucola della Piana del Sele falcidiati dalla peronospora. Sono i danni delle due giornate di pioggia di circa una settimana fa, che, uniti a condizioni climatiche insolite per il mese di novembre, con temperature ancora alte, che portano a maturazione il prodotto tutto in una volta, hanno creato le condizioni perfette per un’annata, quella del 2020, completamente da dimenticare, considerato anche il rallentamento del mercato per colpa del Covid-19.

“Le coltivazioni più danneggiate – spiega Marco Valerio del Grosso (nella foto), vicepresidente degli Agronomi di Salerno – sono state quelle biologiche che non hanno difesa né possono contare su varietà resistenti alla peronospora. In questo caso il primo taglio è andato tutto al macero. Consideri che ogni taglio sono circa 700 grammi sicché la perdita registrata supera i 2 milioni di chili solo di rucola bio. Le alte temperature per la stagione, poi, hanno portato tutta la rucola in produzione contemporaneamente, a fronte di una situazione di mercato piuttosto pesante per colpa del Covid con la conseguenza che se in tempi normali un chilo di rucola era pagato tra l’euro e l’euro e 20 alla consegna, quest’anno si viaggia intorno ai 70 centesimi”.

Le perdite causate dalla peronospora, riguardano, in misura minore, anche la produzione convenzionale.

“Si parla del 5% delle perdite per il prodotto standard – afferma Rosario Rago, membro della giunta nazionale di Confagricoltura nonché vicepresidente di Confagricoltura Salerno – ma, trattandosi di un numero di superfici interessate 10 volte superiore a quelle bio, circa 2.500 ettari contro i 250 del certificato, si arriva ad una perdita complessiva del primo polo produttivo europeo di rucola, che supera i 3 milioni di chili. Questo sarà un anno complicato per i produttori della piana del Sele”.

Anche il secondo lockdown, infatti, ha riattivato le dinamiche già sviluppatesi tra marzo e aprile, del rallentamento degli ordini da parte della GDO che per quanto riguarda la rucola di IV Gamma, comporta un calo che oscilla tra il 25 e il 30% mentre per quella di Prima Gamma, che va soprattutto all’estero, il calo è del 20%

Mariangela Latella

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