Maltempo, a rischio migliaia di ettari di produzioni a campo aperto

I ripetuti nubifragi dei primi dieci giorni di dicembre hanno letteralmente messo sott’acqua le produzioni di IV Gamma a campo aperto. Pan di zucchero, lattughino, cicoria, scarola, indivia e riccia, sono stati sommersi in tempo di raccolta dell’ultimo ciclo quadrimestrale dell’anno a causa delle precipitazioni intense che, in alcune regioni, si sono attestate tra i 200 e i 300 ml.
Diverso il discorso per le serre, che non hanno subìto danni diretti ma, in ogni caso, l’umidità e l’acqua infiltrata attraverso le strutture sta creando danni da peronospora e rallentamenti alle operazioni con le macchine.
“Sono stati interessati dal maltempo migliaia di ettari di coltivazioni di IV Gamma a campo aperto in tutt’Italia – sottolinea Marco Valerio Del Grosso, vicepresidente dell’Ordine degli agronomi di Salerno nonché accademico corrispondente presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze -. In tutt’Italia non arrivano a diecimila gli ettari coltivati a campo aperto e sono destinati soprattutto agli ortaggi a foglia matura come il pan di zucchero, la scarola, l’indivia o lo spinacino. Questi impianti sono concentrati prevalentemente nelle regioni del Centro e Sud Italia dal Lazio, soprattutto Latina, alle Marche, alla Campania, soprattutto a Caserta, e ancora in Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna”.
In questi giorni Coldiretti ha iniziato la conta dei danni nel settore agricolo in generale ma per la IV Gamma si tratta di un calcolo quasi impossibile, dal momento che nella maggior parte degli impianti interessati non si riesce ancora ad accedere. Nei primi nove giorni di dicembre, riferisce Coldiretti analizzando i dati dell’European Severe Weather Database (ESWD), “l’Italia è stata colpita da ben 12 eventi estremi al giorno tra nevicate abbondanti, valanghe, grandinate, tornado, tempeste di fulmini e bombe d’acqua che hanno provocato esondazioni – come quella del Panaro e del Sele (di più lieve entità rispetto a quella padana) -, allagamenti e frane e purtroppo anche vittime”.
“Per questo fine settimana – riferisce Luciano Privitera, amministratore unico della società agricola Reitana, che fa capo al COPAS, Il Consorzio Produttori Agricoli Siciliani, situata alle pendici dell’Etna e specializzata nella produzione della materia prima destinata alla IV Gamma coltivata a campo aperto – è previsto un nuovo nubifragio e ancora non riusciamo ad accedere ai campi ancora allagati da quello precedente. Il rischio, oltre alla perdita del 25% del raccolto di questo ciclo produttivo, è che non riusciremo a trapiantare neanche le nuove piantine che ci sono rimaste dall’ultima programmazione delle semine. Le abbiamo ormai da quasi  20 giorni e c’è rischio che non resistano se non si riesce a piantarle quanto prima. Tra Covid e maltempo, questo è un anno da dimenticare”.
“Qui nel Sele abbiamo circa il 10% delle superfici impegnate in colture a campo aperto – afferma Alfonso Altamura, presidente dell’OP Altamura -. I cespi di scarola, radicchio o pan di zucchero sono, al momento, tutti sott’acqua e probabilmente potrebbe esserci una mancanza di prodotto. Ma non penso che le forniture alimentari ne risentiranno più di tanto, visto l’andamento degli ordini di IV Gamma durante il periodo Covid che, in questa fase, stanno di nuovo andando giù”.
Mariangela Latella

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