San Lidano amplia la prima gamma evoluta in attesa del nuovo magazzino

Con i tempi che corrono il Gruppo San Lidano bada al sodo. “E’ necessario massimizzare il binomio qualità prezzo, ottimizzare i costi, togliere di mezzo le diseconomie, contare sullo zoccolo duro“, afferma Matteo Flavio Testa, direttore commerciale. In altre parole fare la quantità necessaria, razionalizzando il display, salvando sempre e comunque la qualità.

Testa ritiene che “i nuovi mix non spostano”, che non sia questo il momento di innovare a tutti i costi. Tuttavia i progetti al Gruppo San Lidano non mancano. Due in particolare, dei quali si conoscono per il momento solo le parole chiave, l’oggetto: marketing e zuppe. E’ prossimo invece l’ampliamento dell’assortimento della prima gamma evoluta, una prima gamma evoluta “fatta bene, con gli ortaggi di nostra produzione nell’Agro Pontino. Pensiamo ad esempio a una peperonata, a una zucchina rondella. C’è spazio”, precisa il manager. Già oggi la prima gamma evoluta vale 20 milioni di euro, che nel giro d’affari del Gruppo significa circa il 25 per cento del globale: 80 milioni di euro al netto dell’intra-aziendale.

San Lidano ha firmato il preliminare per l’acquisto di un terreno in provincia di Bergamo con l’obiettivo di realizzare un nuovo stabilimento di confezionamento e lavorazione e dismettere lo stabilimento attuale. L’operazione dovrebbe chiudersi alla metà di quest’anno. Il Gruppo, che mantiene il suo quartier generale nel Lazio, intende raddoppiare nella Bergamasca lo spazio dedicato alle linee di processo. Si passerà dagli attuali 4mila a 8mila metri quadri.

“L’aumento della capacità produttiva – precisa Matteo Testa (nella foto a sinistra)– ci consentirà di guardare all’estero, che diventerà un’opzione primaria una volta che avremo lo stabilimento. Potremo prendere in considerazione alcune operazioni nel mercato europeo“. Il Gruppo lavora principalmente per la marca del distributore. Diventare il co-packer perfetto è nel DNA di San Lidano, che oggi deve fare i conti, come tutte le aziende del settore, con i rincari che galoppano – dalla logistica, agli imballi, all’energia – tenendo in considerazione le richieste della produzione agricola, che pure chiede aumenti perché anch’essa gravata dai rincari, e le decisioni della GDO. Una situazione delicata per tutti.

“Speriamo – sottolinea Testa – sia una bolla e che si sgonfi in tempi non troppo lunghi. Ma intanto servirebbe un tavolo di discussione, perché negli ultimi vent’anni una cosa così non si era mai vista“. (a.f.)

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