Acquaponica in Africa, la sfida di una giovane imprenditrice

“Acquaponica e agricoltura verticale possono funzionare in Africa, a patto di costruire un sistema in grado di coinvolgere le popolazioni locali”: ne è convinta l’imprenditrice Gugulethu Mahlangu che nel Paese più meridionale del continente, il Sud Africa, ha realizzato la sua “fattoria 4.0“. Abbandonata l’azienda del vertical farming in cui era CEO (la House Harvest), la ventinovenne Mahlangu punta a sviluppare un sistema di agricoltura smart chiamando in causa, attraverso appositi programmi di formazione, gli agricoltori locali. L’avventura parte in punta di piedi, con mezzo ettaro, ma l’obiettivo è creare un vero e proprio modello virtuoso che possa propagarsi anche negli Stati più a nord.

“Vorrei costruire una città intelligente – ha spiegato la giovane imprenditrice alla testata specializzata verticalfarmdaily.com – costruendo le figure professionali necessarie, poiché non è possibile sviluppare l’acquaponica senza formazione. Nella farm in fase di realizzazione, chiunque potrà venire per imparare e i consumatori potranno rendersi conto di come viene prodotto il cibo”.

Il Sudafrica deve affrontare alcune sfide importanti, una delle quali è la riforma agraria: nel Paese è in contro la restituzione e ridistribuzione della terra ai produttori che in passato ne erano stati estromessi con la forza. Un processo verosimilmente lungo e impegnativo, ma su cui si gioca il futuro.

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