I prodotti di IV gamma vanno incontro a stringenti regolamentazioni riguardo al contenuto di contaminanti microbici. Essendo prodotti da consumare appena rimossi dall’involucro, senza richiedere lavaggi o trattamenti termici da parte del consumatore, la loro qualità igienica di grande rilevanza.
Per garantire questi standard qualitativi elevati, è necessario che i produttori impieghino trattamenti igienizzanti che vengano incontro anche a requisiti di sostenibilità, sia ambientale che economica. Per questo motivo si stanno ricercando alternative all’uso di prodotti igienizzanti e di numerosi lavaggi, caratterizzati da un grande impiego d’acqua e dalla necessità di smaltire i residui.
Ne ha parlato Alessandro Passera, dell’Università di MIlano-Dipartimento Scienze Agrarie e Ambientali, in occasione del convegno “La IV Gamma tra sostenibilità e mercato” di sabato 21 ottobre a Battipaglia. Passera ha citato metodi alternativi di igienizzazione, da quelli più noti quali l’uso dei raggi UV e dell’ozono, ad alcuni più innovativi come l’uso degli ultrasuoni, della luce intensa pulsata (IPL) o di trattamenti ad alta pressione.
E in campo? Un microbioma sano può proteggere la pianta dall’infezione da contaminanti e mantenerne la qualità. Prove svolte in serra dal gruppo di ricerca di Patologia Vegetale dell’Università degli Studi di Milano con tre ceppi batterici promotori della crescita vegetale su lattuga romana hanno dimostrato che i batteri utilizzati non solo erano in grado di ridurre i danni causati da degli importanti fitopatogeni (Pythium ultimum, Rhizoctonia solani e Botrytis cinerea) ma hanno anche mostrato parametri di conservazione, valore antiossidante e colore della foglia.
Perché un pianta sana, che interagisce con microorganismi benefici, sarà meno soggetta all’attacco di patogeni e influenzata da microorganismi nocivi. (red)