One Crop Health, ricerca dell’Università di Copenhagen, di Aarhus (Danimarca) e del Rothamsted Research (Regno Unito) “insegna” come combattere infestanti, insetti e malattie con l’integrazione di diverse tecnologie tra cui il monitoraggio basato sull’intelligenza artificiale e la robotica senza ricorrere alla chimica.
A finanziare lo studio è Novo Nordisk Foundation, che ha messo a disposizione 60 milioni di corone danesi (circa otto milioni di euro) in sei anni.
Il progetto si basa sulla visione olistica del concetto one health: persone sane in un ambiente sano hanno meno probabilità di ammalarsi e di conseguenza hanno meno bisogno di cure. Allo stesso modo, piante che crescono in terreni e in in ambienti sani hanno meno bisogno di essere curate con i fitofarmaci.
L’IA può aiutare a capire dove e quando i parassiti devono essere controllati e in che modo: anziché irrorare intere colture i droni possono indicare, con precisione, dove esiste un problema permettendo così interventi mirati.
Se il controllo non fosse sufficiente, si possono mettere in campo nuove soluzioni come i biopesticidi.
Il progetto prevede una collaborazione interdisciplinare con esperti di informatica che, basandosi sulle informazioni rilevate dai droni, potranno creare digital twin dei campi. Il che permetterà di prevedere come si comportano le colture e dunque individuare in anticipo i potenziali problemi e le relative soluzioni.
“Il progetto One Crop Health integra gli ultimi progressi nel campo dell’agrotecnologia, della biotecnologia, dell’ecologia e dei big-data per ridurre la dipendenza dalla chimica degli agroecosistemi – si legge nell’abstract della ricerca – Basandosi sul concetto one health in materia di salute umana, il programma pone la salute delle colture, quella del suolo e dell’agroecosistema come base per progettare sistemi di protezione delle colture più sostenibili”.