È stato inaugurato la settimana scorsa a Stellenbosch, località 40 km a nord di Città del Capo, famosa per le sue fattorie e la produzione del miglior vino del continente, il primo Centro per la sicurezza alimentare del Sudafrica che vede tra i membri del suo Comitato scientifico anche un italiano, il microbiologo Pier Sandro Cocconcelli, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (nella foto).
“Si tratta di un passo importante – ci ha spiegato il professor Cocconcelli – che il Paese sta facendo nella direzione della sicurezza alimentare che è stato fortemente determinato dalla recente epidemia di Listeria, ormai rientrata, la più grave mai rilevata al mondo con oltre mille casi di listeriosi accertati e più di 200 decessi”.
Tra i soci fondatori del Centro, che sorgerà nella sede dell’Università di Stellenbosch, c’è la catena Tiger Brands, che ha trasformato e immesso nel mercato i prodotti di carne ready-to-eat che avrebbero diffuso la misteriosi nel Paese. Solo il finanziamento dell’azienda ammonta a 10 milioni di Rand Sudafricani, pari a circa 720 mila dollari. Oltre alla celebre insegna, tra i fondatori c’è l’Università di Stellenbosch, altre aziende del settore agroalimentare del Sudafrica e la collaborazione del governo.
L’Italia porta in dote, nel Comitato scientifico, il modello di sicurezza alimentare applicato in Europa che rende l’UE l’area con il minor numero di epidemie alimentari al mondo. “Quando i sistemi alimentari falliscono – ha precisato Lawrence Mac Dougall, CEO di Tiger Brands – le loro conseguenze sono estremamente costose per la salute pubblica, i consumatori, i produttori alimentari e l’economia in generale. Con l’aumento globale della diffusione delle malattie di origine alimentare, i controlli alimentari basati sulla scienza sono essenziali per la protezione dei prodotti alimentari e dei consumatori”.
Il Comitato scientifico ha subito redatto un piano strategico triennale. “Da un lato ci focalizzeremo – sottolinea Cocconcelli – sulla ricerca conoscitiva basata sullo studio della genomica dei patogeni e dei contaminanti in generale. D’altro canto sarà importante anche il filone del trasferimento tecnologico ossia come portare le buone pratiche in azienda. Per questo sono previsti dei corsi professionali per i coltivatori ma anche la formazione dei giovani che saranno le professionalità del futuro. Degli esperti di comunicazione, inoltre, punteranno a sviluppare la consapevolezza del consumatore”.
“Migliorare il sistema di gestione alimentare del Sudafrica – afferma da parte sua Dougall – con la promozione di una migliore integrazione e collaborazione tra i principali attori di ruolo, compresi produttori alimentari, governo e università è diventato fondamentale per noi”.
Mariangela Latella