Progetti di ampliamento della base sociale in vista per Cultiva, azienda italiana della IV Gamma con base a Rovigo che, nonostante l’incertezza economica causata dal Covid, chiude il 2020 con una flessione del fatturato leggera e si prepara a rilanciare, senza guardare indietro, sulle sfide Green europee, puntando ad anticipare al 2030 l’obiettivo di aziende a impatto climatico zero fissato dall’Unione al 2050.
Di questo e di altri progetti parliamo con il presidente Giancarlo Boscolo (nella foto), in un’intervista esclusiva per Fresh Cut News.
– Partiamo da un commento sul 2020 che ci lasciamo alle spalle. Come l’ha vissuto Cultiva, con quali risultati?
“Che vuole, noi non possiamo assolutamente lamentarci. I tempi non son belli per tutti e per alcuni sono addirittura pessimi. Sa che le dico? Non ha senso fare paragoni tra anni diversi perché il 2020 è un anno che si distacca talmente tanto dagli altri per quello che è successo, che non ha senso fare confronti. Posso dirle che noi abbiamo fatto tutte le cose che avevamo in programma di fare e, in questo senso, la pandemia, non ha modificato le nostre pianificazioni ed i nostri progetti. Rispetto al 2019 ci sarà un lieve calo di fatturato, ma non lo attribuisco alla pandemia, l’avevamo già previsto come calo ciclico”.
– Sta parlando in maniera rassicurante, sembra il presidente di un’azienda quotata in Borsa…
“Dice? Comunque, no, la quotazione non è in programma. Non abbiamo ambizioni di questo tipo e non ci abbiamo mai pensato, stiamo però lavorando ad una struttura aziendale più adatta al passaggio generazionale”.
– Quali sono dunque i progetti per il 2021?
“Puntiamo all’ampliamento della base sociale di OP Cultiva. Siamo in trattativa al momento con due aziende agricole abbastanza grandi e di rilievo nazionale. Il nostro obiettivo è rafforzare la produzione che già facciamo ed introdurre referenze complementari, come ad esempio, i ravanelli, i pomodori ed altri ortaggi che noi ora non facciamo, in modo di ampliare e diversificare la nostra offerta”.
– In controtendenza con la contrazione della domanda italiana, volete aumentare i volumi. Perché puntate ad una crescita dell’export?
“Tendenzialmente la quota di export e quella del mercato nazionale le teniamo sempre in equilibrio. Sono circa 50 e 50 e nel 2021 non pensiamo di mutare questo rapporto. Puntiamo ad aumentare, piuttosto, i volumi commercializzati su entrambi i mercati. È in programma anche un’importante azione di promozione”.
– Di che tipo?
“Vogliamo comunicare i valori aziendali e l’identificazione di Cultiva come brand della sostenibilità e della produzione biologica. Non tutti sanno, ad esempio, che pur non avendo la struttura e la dimensione di una multinazionale, abbiamo attività nel Regno Unito, in California, in Florida. Ma soprattutto siamo presenti negli USA con unità produttive. In quel Paese abbiamo trasferito le nostre tecniche di produzione e le nostre innovazioni; siamo stati la prima azienda a produrre radicchi negli USA e la prima azienda a costruire serre per la produzione di baby leaf; ci siamo contaminati nella cultura locale e siamo in grado di portare in Italia le novità che in questo Paese nascono prima che in Europa. Non tutti sanno che abbiamo una catena completa di insalate bio, che abbiamo aziende biologiche distribuite su tutto il territorio Italiano”.
– Avete progetti di sviluppo proprio nel bio?
“Sì, soprattutto nel bio. Siamo già i maggiori player nel campo delle produzioni di insalate biologiche e Cultiva è l’unica realtà di rilievo nel panorama italiano che possa vantarsi di una filiera completa in questo settore. Il nostro paniere di prodotti biologici che comprende le classiche buste di insalata, i piatti pronti ed i prodotti da cucinare, si allarga continuamente e nel 2020 abbiamo aggiunto l’insalata iceberg. La sostenibilità è una strada sulla quale intendiamo correre più veloci degli altri”.
– Con quali azioni specifiche?
“Puntiamo, ad esempio, ad anticipare al 2030 l’obiettivo che l’UE ha fissato al 2050, per diventare un’azienda ad impatto ambientale zero”.
– Come?
“Le basi ci sono. A Rovigo abbiamo un impianto fotovoltaico che produce circa 700 kW e soddisfa già oggi il 60% del fabbisogno energetico della struttura industriale. Amplieremo i progetti di collaborazione con Università, enti di ricerca ed aziende sementiere che ci mettano veramente in condizione di fare l’innovazione e gli sviluppi che abbiamo in cantiere. Già abbiamo rapporti di collaborazione con enti ed aziende italiane per lo sviluppo del packaging sostenibile e collaboriamo con la Michigan State University in un grosso progetto che ci permetterà di analizzare meglio la crescita delle piante, di diminuire gli errori di programmazione, di diminuire gli eccessi e gli ammanchi di prodotto e quindi di diminuire gli sprechi”.
Mariangela Latella