Slitta in avanti, a causa della guerra in Ucraina, il percorso di transizione ecologica dettato dal new green deal europeo. Uno slittamento inevitabile soprattutto per il settore della IV Gamma, legata a doppio nodo con l’industria degli imballaggi che, dal 14 gennaio scorso, avrebbe dovuto rispondere al diktat europeo di divieto di uso della plastica per i pack usa e getta.
“Stiamo lavorando in emergenza perché mancano i packaging sul mercato. Un problema che al momento sta impattando su tutti i nostri fornitori – ci dice Gianluca Pannullo responsabile ufficio Marca del Distributore del Gruppo Selex in un’intervista esclusiva per Fresh Cut News-. La situazione sta letteralmente esplodendo”.
– Cosa sta succedendo?
“Ci sono tensioni di mercato sulle tempistiche di consegna. Se prima un ordine relativo agli imballaggi, soprattutto quelli sostenibili come i compostabili, carta, cartone, plastica riciclata o, ancora legno, usato anche negli imballaggi primari come, ad esempio, nella costruzione dei pallet, veniva evaso in due-tre settimane, oggi non ne bastano sei. Praticamente il doppio”.
– A cosa sono dovuti questi ritardi?
“Manca la materia prima. Pack compostabili, per dire, non ce ne sono proprio sul mercato. La carta si fa fatica a trovarla a causa della situazione vissuta in Italia dalle cartiere, molte delle quali stanno chiudendo per la grave congiuntura economica. Quelle che riescono a rimanere in piedi sono costrette a fare il lavoro di tutti”.
– Come impatta questa situazione sullo scaffale?
“Il nostro obiettivo principale è non fare mancare il prodotto. Ad oggi non stiamo avendo mancanza di prodotti a nostro marchio, le referenze di IV gamma sono tutte in plastica 100% riciclabile e le ciotole in R-PET, non abbiamo mai avuto referenze di IV gamma a nostro marchio in carta o in materiale compostabile. Attualmente non abbiamo avuto alcuna necessità di sostituire le nostre referenze con packaging anonimi, sarà eventualmente la soluzione d’emergenza che tutti puntiamo ad evitare”.
– In che senso?
“Rischiamo di stoppare il prodotto, di dovere ridurre l’assortimento a scaffale per mancanza di materie prime”.
– Come state gestendo questo rischio?
“Se normalmente stampavamo etichette per avere uno stock di packaging che durasse tre mesi, adesso stiamo stampando per sei mesi. Ma non sappiamo se da qui a sei mesi la situazione sarà cambiata”.
– Avete un piano B nel caso che a settembre lo scenario di mercato rimanga invariato?
“Nessuno ha la palla di cristallo, ma se la situazione dovesse peggiorare cercheremo materiali o imballi differenti con l’obiettivo di soddisfare sempre i nostri consumatori” .
Mariangela Latella