Pellegrini (Coop): Inflazione mina vagante, nella IV Gamma serve innovazione

L‘impennata dei prezzi si ripercuote pesantemente sui consumi di ortofrutta di prima Gamma e rischia di ridimensionare anche il mercato dei fresh cut, soprattutto nel caso dei prodotti a minor contenuto di servizio: lo afferma Elisabetta Pellegrini, buyer ortofrutta e IV e V Gamma di Coop Italia.

“Da fine 2021 è iniziata una spinta inflattiva senza precedenti che il conflitto russo/ucraino ha ulteriormente peggiorato”, spiega. “Il dato Ismea di aprile da questo punto di vista è eloquente: pur registrando un lieve rallentamento rispetto a marzo, il delta rispetto allo stesso mese dell’anno precedente – ma soprattutto il montante ad aprile – porta aumenti a doppia cifra sia per frutta che per gli ortaggi, con inflazione all’acquisto riconosciuta e per ora solo parzialmente riversata alla vendita“.

Un quadro preoccupante: “Già così i consumi sono in crisi; volendo semplificare, ogni punto di inflazione si perde mezzo punto a volume. Se le previsioni di inflazione degli esperti del settore sono corrette, significa un enorme retrocessione a livello di volumi per il comparto ortofrutta: si perderebbe in un solo anno molto più dei volumi persi nell’ultimo lustro”.

I dati relativi al comparto specifico della IV Gamma – aggiunge Pellegrini – sono peraltro meno pesanti, sia relativamente ai dati dell’inflazione che sul fronte vendite: il dato IRI di maggio vede un trend sui volumi pari a +5,7% sull’anno precedente (-4% per l’ortofrutta) e il montante a +1,9% (-6% per l’ortofrutta). “Ma anche se gli aumenti di prezzo in acquisto qui sono meno importanti, sono comunque presenti e sono stati riversati con diversa progressione e non completamente, sul consumatore”, incalza la buyer di Coop Italia. “Occorre inoltre tenere ben presente che la IV Gamma si colloca in un paniere di acquisti estremamente teso, e in un contesto di crescente polarizzazione del reddito”.

Pellegrini non esclude ulteriori ripercussioni sulle vendite di fresh cut, in primis insalate e altri prodotti basici: “Da non sottovalutare, per la tenuta dei volumi, la crescente riduzione del potere di acquisto del consumatore e il rischio che lo stesso attui, almeno per i prodotti a minor contenuto di servizio, un cambio di comportamento indirizzandosi verso la prima gamma che ha un rapporto prezzo/kilo più vantaggioso, pur in un contesto inflattivo come quello attuale”.

Villanova di Castenaso (Bologna). Centro Nova. Punto vendita Extracoop – foto Paolo Righi Meridiana Immagini

La preoccupazione di Coop è rivolta al panorama produttivo nazionale – che peraltro per la IV Gamma è di riferimento anche a livello europeo – ed in particolare al tessuto delle PMI che rappresentano la spina dosale del sistema “e con le quali, come molti altri attori della GDO – puntualizza Pellegrini – abbiamo l’obiettivo di creare relazioni di filiera senza inseguire la logica del prezzo più basso a tutti i costi, tipica invece di una specifica e distinta parte della distribuzione moderna”.

“E’ con la produzione, partendo dall’agricoltura – prosegue l’esponente di Coop – che occorre rafforzare il sistema per guidare la transizione globale, affrontando innanzitutto il grosso mostro che si chiama cambiamento climatico. Come ? Attraverso indirizzi strategici condivisi per raggiungere una reale sostenibilità competitiva che vada appunto dal produttore al consumatore”,

Poi una sorta di richiamo al settore: “Auspichiamo proposte su elementi di reale innovazione, che si possano trasferire sul consumatore in termini di offerta di prodotto ed assortimento, ma anche di risposta valoriale”. L’innovazione, per la rappresentante di Coop Italia, è auspicabile anche sulla materia prima, “intesa come reale novità e non l’ennesima rucola o insalatina sullo scaffale, così da poter aggiungere valore e non frammentarlo con una diversa ripartizione; penso inoltre a componenti distintivi, magari attraverso innovazioni nei processi. Sugli assortimenti apprezziamo ovviamente le proposte che riescono a leggere e intercettare i nuovi bisogni e nuovi stili di consumo”.

E il vertical farming? “Un fenomeno che teniamo monitorato e che potenzialmente potrebbe rispondere ad alcune delle istanze; mi riferisco per esempio ala sostenibilità ambientale generata dal sensibile risparmio idrico di questa attività produttiva rispetto alle tradizionali colture di IV Gamma, o al risparmio del suolo; ai vantaggi derivanti dalla possibile shelf life e altro ancora. Il tutto al netto di possibili impennate incontrollate dei costi dell’energia, naturalmente”.

Altro fronte caldo quello del packaging:  “Una spada di Damocle sulla categoria laddove non si gestisce efficacemente la comunicazione e l’educazione sui materiali e sullo smaltimento, ambiti sui quali ci siano margini di miglioramento”.

Capitolo brand: “Nella IV Gamma la marca privata ha un peso estremamente rilevante, e il nuovo progetto di Coop sul prodotto MDD la valorizzerà ulteriormente all’interno della nostra insegna delineandone meglio la centralità; oggi come ieri la chiave saranno i valori e il valore, come ci chiede il consumatore”.

“Insomma – conclude Pellegrini parlando della strategia dell’insegna – nessun compromesso sulla qualità e sulla eticità, e un giusto rapporto tra qualità e prezzo perché il prodotto sia buono per chi produce, per chi consuma e per l’ambiente”.

Mirko Aldinucci
mirko.aldinucci@freshcutnews.it

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