Fine estate con volumi in picchiata nel settore di IV Gamma, soprattutto per alcune referenze sia di insalate baby leaf che di adulte. È la diretta conseguenza di un’estate da un lato siccitosa e, dall’altro, caratterizzata da pochi ma importanti eventi meteorologici avversi come forti temporali e grandinate. Intanto cresce la spinta inflattiva a scaffale data dall’esplosione dei costi, che si prevede sarà ancora maggiore nel 2023.
Dopo l’estate, è diminuita del 15%, ad esempio, la disponibilità di valerianella e di almeno un 10% quella dell’iceberg la cui campagna è stata caratterizzata da caldo e umidità: una combo che ha accelerato i processi ossidativi dei cespi che continuano con maggiore velocità anche nell’ambiente ad atmosfera controllate delle buste.
Ne parliamo con Giancarlo Amitrano, responsabile acquisti ortofrutta e IV Gamma di CeDi Gros (Gruppo Selex) che ci spiega: “In questa fase di mercato nel settore dei IV Gamma stiamo alla finestra e guardiamo. Non abbiamo indicazioni specifiche per quanto riguarda la politica commerciale sui nostri margini operativi, dove siamo intervenuti nella prima parte dell’anno con riconoscimenti ai produttori. Abbiamo un livello di attenzione altissima sulla questione della crisi energetica”.
– Quali aggiustamenti avete effettuato a suo tempo sui listini?
“La spinta inflattiva di quest’anno ha portato ad un aumento medio di circa il 7% delle liquidazioni ai produttori che si è trasferito poi sui prezzi a scaffale. Presumo che dal 2023 la corsa al rialzo possa aumentare anche perché le aziende del gruppo, per cui noi svolgiamo il ruolo di centrale di acquisto, non potranno continuare ad assorbire a lungo, manovrando sui propri margini, i costi energetici che sono alle stelle. Per il momento cerchiamo di rimediare, recependo, come abbiamo già fatto, le richieste produttive. Fino alla fine di quest’anno presumo che i contratti continueranno a queste condizioni ma penso che sia scontato che dall’anno prossimo, almeno nel primo semestre, assisteremo a una maggiore spinta inflativa, a parità di condizioni di mercato. Anche perché già da quest’anno si annunciano erosioni degli utili degli imprenditori del gruppo”.
“La spinta inflattiva di quest’anno ha portato ad un aumento medio di circa il 7% delle liquidazioni ai produttori che si è trasferito poi sui prezzi a scaffale. Presumo che dal 2023 la corsa al rialzo possa aumentare anche perché le aziende del gruppo, per cui noi svolgiamo il ruolo di centrale di acquisto, non potranno continuare ad assorbire a lungo, manovrando sui propri margini, i costi energetici che sono alle stelle. Per il momento cerchiamo di rimediare, recependo, come abbiamo già fatto, le richieste produttive. Fino alla fine di quest’anno presumo che i contratti continueranno a queste condizioni ma penso che sia scontato che dall’anno prossimo, almeno nel primo semestre, assisteremo a una maggiore spinta inflativa, a parità di condizioni di mercato. Anche perché già da quest’anno si annunciano erosioni degli utili degli imprenditori del gruppo”.
– Pensa che sia necessario avviare un discorso a livello strutturale con tutti i player della filiera in un tavolo di confronto per cercare di trovare delle risposte a questa emergenza di settore?
“Certamente. Ma al momento non abbiamo ricevuto nessun invito a intervenire in alcun tavolo”.
“Certamente. Ma al momento non abbiamo ricevuto nessun invito a intervenire in alcun tavolo”.
– Come sta andando la campagna, dopo quest’estate siccitosa e dal clima bizzarro?
“Anche se noi come gruppo, non abbiamo avuto particolari problemi di mancanza di prodotto, si registra nel mercato una perdita di volumi soprattutto per alcune referenze. In particolare, su scala nazionale, manca circa il 15% di valerianella e l’11% di iceberg che, con questo tempo, ha visto esplodere i processi ossidativi che sono accelerati anche dopo l’imbustamento delle insalate”.
“Anche se noi come gruppo, non abbiamo avuto particolari problemi di mancanza di prodotto, si registra nel mercato una perdita di volumi soprattutto per alcune referenze. In particolare, su scala nazionale, manca circa il 15% di valerianella e l’11% di iceberg che, con questo tempo, ha visto esplodere i processi ossidativi che sono accelerati anche dopo l’imbustamento delle insalate”.
Mariangela Latella