Agricoltura verticale, i venti di crisi si fanno sentire: Infarm ha deciso infatti di dimezzare la forza lavoro globale e prepara un “significativo cambiamento di strategia per raggiungere la redditività il prossimo anno”. Circa 500 dipendenti stanno per lasciare l’azienda, che si appresta a “ridimensionare le operazioni” nel Regno Unito, in Francia e nei Paesi Bassi.
In una mail inviata ai dipendenti, i co-fondatori dell’azienda berlinese ideata nel 2013 da Osnat Michaeli e dai fratelli Erez e Guy Galonska, specializzata nell’urban farming e nelle coltivazioni verticali, hanno spiegato che “nella forma attuale Infarm non può resistere alle difficili condizioni del mercato, in particolare per quanto riguarda l’aumento dei prezzi dell’energia e il difficile andamento dei mercati finanziari”.
“Dobbiamo adattare gli obiettivi di crescita e aumentare l’efficienza per rendere redditizia la nostra attività e continuare a perseguire la nostra missione a lungo termine”, hanno sottolineato i co-fondatori. “La dura realtà è che questo spostamento e la riduzione dei nostri siti di produzione avranno un impatto significativo sulle persone”, hanno ammesso.
Oltre all’aumento dei prezzi dell’energia, la società ha subito le pressioni finanziarie dovute all’inflazione, alle interruzioni della catena di approvvigionamento e all’aumento dei costi dei materiali.
Negli ultimi 12 mesi Infarm aveva già ridotto le operazioni consolidando i siti di produzione e le sue mini-fattorie di coltivazione di insalate in negozio: “Queste misure presupponevano una rapida ripresa del mercato ma la nostra valutazione si è rivelata troppo ottimistica”, hanno affermato i co-fondatori.
L’azienda – che fornisce di fattorie verticali instore vari rivenditori tra cui Whole Foods Market, M&S e Selfridges – non ha potuto confermare i suoi piani soprattutto nel Regno Unito. La scorsa estate Infarm aveva aperto una fattoria verticale su larga scala – o Growing Center – a Bedford; una delle più grandi strutture di agricoltura verticale in Europa. Il sito dispone di oltre 5.500 mq di spazio di coltivazione all’interno delle unità agricole connesse al cloud di Infarm; ora però viene messo in dubbio il proseguimento dell’attività.
La società ha affermato che la sua capacità agricola sarà consolidata nei centri di coltivazione a Francoforte, Copenaghen e Toronto; le sue unità agricole modulari saranno trasferite in questi centri “dove abbiamo stabilito solide relazioni con i rivenditori e assicurato contratti di volume significativo tali da recuperare la redditività nel 2023″.
“Sulla base dei dati che abbiamo oggi, prevediamo una crescita più lenta causata da una significativa flessione”, la conclusione dei titolari di infarm. “Avevamo ampliato i nostri team per supportare una strategia di crescita globale, ma oggi è chiaro che per superare le sfide è necessaria una approccio diverso”.