Testa: I piani di San Lidano per contrastare le difficoltà della IV Gamma

di Mirko Aldinucci

“Il 2023 è stato un ulteriore anno di passione per i prodotti servizio del reparto ortofrutta della GDO, con la IV Gamma che, a differenza del passato, non costituisce più quell’eccezione positiva che spesso aveva rappresentato”: esordisce così il direttore commerciale di San Lidano, Matteo Flavio Testa (nella foto) nel tracciare un bilancio dell’anno appena chiuso.

“Se l’inizio del secondo semestre sembrava foriero di positivi trend di recupero, i risultati delle ultime settimane dell’anno sono stati nuovamente intaccati dall’inflazione generale che non favorisce gli acquisti e influisce sempre più pesantemente sul nostro comparto”.

In questo scenario, Testa nota poi velocità diverse nel recepire gli influssi della situazione economica generale: “Il format dei supermercati, ad esempio, si configura come l’attuale miglior baluardo nella protezione delle quote di vendita della categoria, mentre i discount appaiono maggiormente colpiti dalla negativa congiuntura in corso”.

“San Lidano Group – fa presente il direttore commerciale – ha messo in campo una buona dose di resilienza cercando di contrastare le difficoltà del periodo con persistenti operazioni di ottimizzazione, saving e efficientamento dei processi: focalizzandoci sull’ambito vendite, ciò ha significato una sempre maggior concentrazione verso il canale retail Italia e in particolare nella gestione della MDD. Confidavamo, infatti, che questo approccio, da noi ritenuto adeguatamente pragmatico, generasse risvolti positivi in fase di bilanci, sia economici che commerciali, grazie alla mancata dispersione di risorse, partendo da quelle umane, economiche e di prodotto. Tutto sommato, considerato il non esaltante status quo in cui ci si trova ad operare, possiamo ritenerci soddisfatti delle scelte effettuate, pur in un contesto che resta difficile”.

A far da contraltare alla scelta di concentrarsi sulle private label di IV Gamma, l’azienda ha intrapreso uno sforzo di marketing nel settore della prima gamma, dove – in particolare – da diversi anni promuove il marchio Cuore Rosso, legato alla gamma angurie: “Anche quest’ultima è una scelta che, alla luce dei risultati, rifaremmo senza troppi dubbi”, commenta Testa.

Per quanto riguarda i dati, alla fine del 2023 le società del gruppo avranno generato ricavi superiori ai 100 milioni di euro, in crescita rispetto all’esercizio precedente, “seppure con trend attenuato rispetto a quanto messo a referto in passato”. “Il 70% del nostro volume d’affari viene generato dai prodotti ready-to-eat e da quelli di I Gamma confezionata, mentre il restante 30% proviene dal fresco sfuso”, puntualizza Testa: “Oltre la metà con la gamma cocomeri, poi zucchine, lattughe e indivie”.

Ma San Lidano ha risentito del diffuso problema legato alla carenza di manodopera e di prodotto? “In agricoltura il problema manodopera è ben evidente e doverne gestire le conseguenze è il new normal”, risponde il direttore commerciale. “Registriamo una sempre maggior assidua presenza del personale agricolo all’interno delle aule di formazione della nostra sede, segno dei continui investimenti in formazione obbligata, oltre che dalle evoluzioni legislative, dall’intensificarsi del turn over che si abbatte sulle aziende orticole. Si nota inoltre come sia variato il puzzle delle nazionalità che compongono le compagini di manodopera agricola, soprattutto quella dedita alla raccolta: in passato era perlopiù di matrice italiana, dopodiché si è vissuto un lungo periodo in cui nei campi l’hanno fatta da padrone le lingue slave, mentre ora si sta assistendo ad un nuovo ricambio, con il continente africano a fornire un numero di addetti sempre maggiore”.

“Dal canto nostro – aggiunge Testa – siamo chiamati ad aggiornare di continuo i nostri approcci, le nostre metodologie e le nostre forme di tutela, certificazioni incluse, in funzione della creazione di posti di lavoro più che dignitosi e dall’appeal il più elevato possibile; ma, nel contempo, auspichiamo che la politica nazionale aiuti e sostenga nel miglior dei modi le esigenze a sfondo economico del settore primario riuscendo nel difficile compito di attenuare le difficoltà di reperimento manodopera nel rispetto delle implicazioni etico-sociali connesse a ogni dinamica legata all’immigrazione”.

E ancora, se in agricoltura i “macro-trend globali” arrivano in ritardo e le criticità nascono da lontano, passando al lato industriale del nostro comparto, si avverte da tempo il cosiddetto “effetto YOLO”, acronimo inglese di “You Only Live Once”, che nella fase post-pandemia sta contagiando una fascia sempre più ampia di lavoratori, soprattutto tra i più giovani: “Ecco allora che fin troppo spesso siamo costretti ad assistere all’annullamento degli investimenti effettuati in ambito formazione, di stampo economico e temporale. Infatti, questo cambiamento nel modo di percepire la vita e, di conseguenza, il lavoro stesso, mal si concilia con talune esigenze operative connesse alla gestione di prodotti freschissimi forniti alla distribuzione moderna: settimane lunghe, lavoro festivo, ambienti spesso a temperatura controllata, outfit dove i DPI vincono su giacche e cravatte, fanno scendere nella classifica dei desiderata le occupazioni che possiamo proporre sul mercato del lavoro”.

“Quello che brucia – nota ancora Testa – è che abbiamo verificato, in svariati casi, che chi abbandona le nostre organizzazioni in favore di chimere proposte da settori ben più cool, si ritrovi poi in situazioni meno sfidanti e meno futuribili, in definitiva meno appaganti”.

Soluzioni? “Il tanto auspicato miglioramento nello storytelling dei nostri prodotti potrebbe giovare, oltre che in ambito consumi, anche nel percepito delle professionalità coinvolte. Settore vinicolo docet…”.

E per quanto riguarda i rapporti con la GDO? “In questa fase in cui i costi di produzione sono lievitati all’inverosimile, soprattutto per noi quartagammisti – la considerazione dell’esponente di San Lidano – ritengo essenziale che l’azione commerciale di ogni operatore del comparto si riveli omogenea e coerente, in maniera trasversale tra le insegne clienti… Se si rivelasse poi omogenea anche a livello di comparto, non guasterebbe di certo, in quanto gli interlocutori avrebbero piena ed inconfutabile evidenza delle varie difficoltà che stiamo affrontando. Difficoltà che hanno sì un minimo comun denominatore economico, ma che non si concretizzano solo in esigenze di aggiornamento dei listini (per quanto sia un aspetto essenziale), bensì confluiscono e influenzano quasi tutte le attività. Penso alla programmazione agricola, con soci produttori molto più esigenti, pena la riduzione delle quantità seminate; penso alle ottimizzazione logistiche (trasporti con mezzi “semivuoti”) e produttive (eccessiva polverizzazione delle produzioni); penso alla difficoltà nel trovar risorse per gli investimenti a ritorno pluriennale, come il marketing e la ricerca e sviluppo”.

“Personalmente, ritengo di vivere un’epoca dove il confronto con i retailer a respiro nazionale risulta molto più diretto ed accessibile rispetto al passato”, analizza Testa. “Tuttavia la situazione sopra descritta ha contratto margini e performance a tutta la filiera; la conseguenza è che anche buyer e category ortofrutta si mostrano a dir poco restii nel concedere le migliorie economiche di cui abbisogniamo, nonostante siano tra i primi a comprenderne l’imprescindibilità, presente e futura”.

Il manager stigmatizza “la carenza di accordi che genererebbero indiscutibili win/win situation, ovvero abbassamento dei costi per l’industria e aumento calmierato dei prezzi per i consumatori: finché permarrà la mancata intesa su shelf life minima garantita (ovvero il sistema di datazione del prodotto grossolanamente definibile come “doppia data”) e sulla riduzione/armonizzazione dei modelli di imballo secondario ogni stakeholder coinvolto subirà una sconfitta”.

mirko.aldinucci@freshcutnews.it

Articolo tratto dal Focus IV Gamma del Corriere Ortofrutticolo 10/22

Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi ogni giorno
le più importanti notizie dal mondo dell’ortofrutta.

Grazie per esserti iscritto alla nostra newsletter!