Siamo alle battute finali per il varo della Direttiva europea che metterà fine, dal 2021, all’éra delle vaschette e delle posate di plastica usa-e-getta, accessori indispensabili per il ready-to-eat. Dopo l’accordo informale in Consiglio e in Parlamento UE sul testo finale, raggiunto lo scorso 19 dicembre, rimangono gli ultimi 4 step formali che, se realizzati nelle tempistiche attese, porterebbero all’entrata in vigore della legge già da maggio.
Gli step. Servono una nuova votazione della Commissione ambiente della Commissione UE, poi un passaggio alla Commissione ambiente dell’Europarlamento, poi la discussione al Parlamento in seduta plenaria (che si riunirà a Strasburgo a marzo) e, come se non bastasse, il passaggio finale al Consiglio UE che, di norma, vota subito dopo il Parlamento, dando l’ok alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (che avviene dopo 30 giorni) alla quale segue, dopo altri 20 giorni, l’entrata in vigore. Stando così le cose, da maggio scatterà l’obbligo per i Governi europei di mettere al bando, entro il 2021, posate, vaschette, pellicole ma anche cannucce, bicchieri, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso (come quelli degli hamburger fast food) e altri prodotti in plastica oxo-degradabile cioè con additivi aggiunti che ne favoriscono la degradazione in frammenti molto piccoli. Si pensi ai sacchetti che si frantumano se esposti all’aria.
Gli obiettivi. I consumi dei pack per i quali non esistono alternative dovranno essere ridotti del 25% entro il 2025. Per le altre materie plastiche, come le bottiglie per bevande, ad esempio, si spinge sulla raccolta differenziata che deve arrivare al 90% entro il 2025 con l’obiettivo di riciclare tutti i rifiuti in plastica provenienti da imballaggi entro il 2030. A fronte di circa 400 milioni di imballaggi di plastica usati ogni anno, la Direttiva si inserisce in una strategia UE più complessa avviata nel 2015 che punta da un lato a farne ridurre drasticamente l’utilizzo dagli Stati Membri, ma anche ad interventi volti a favorire la ricerca sui materiali alternativi o su nuovi criteri di progettazione e di etichettatura del packaging (con l’obbligo di specificare i rischi ambientali collegati all’impiego del prodotto in plastica e le modalità corrette di smaltimento del rifiuto).
I finanziamenti UE. E’ inoltre sul tavolo legislativo anche l’attuazione di nuove pratiche di smaltimento che comporteranno, a carico dei produttori interessati, l’onere di pagare un contributo per le operazioni di pulizia e di corretto smaltimento dei rifiuti di plastica. Solo in mare ne vengono riversati ogni anno per un peso pari a circa 13 milioni di tonnellate e nel solo Mediterraneo si ritrova il 7% delle micro-plastiche globali.
Sul fronte del sostegno all’innovazione sarà previsto un finanziamento supplementare di 100 milioni di euro erogato con il programma Horizon 2020 a cui si aggiungono gli oltre 250 milioni di euro già investiti sempre per sviluppare materie plastiche più intelligenti e riciclabili, migliorare l’efficacia dei processi di riciclaggio e tracciare e rimuovere le sostanze pericolose e i contaminanti dalla plastica riciclata. Per incentivare gli investimenti e sensibilizzare in merito alle opportunità di finanziamento, la Commissione (in collaborazione con la BEI, la Banca Europea per gli Investimenti) ha istituito una piattaforma per il sostegno finanziario all’economia circolare.
Azioni volontarie. Sei organizzazioni europee, ossia Plastics Recyclers Europe (PRE), Petcore Europe, European Carpet and Rug Association (ECRA), Polyolefin Circular Economy Platform (PCEP Europe), European Plastics Converters (EuPC) e VinylPlus, hanno già adottato un quadro di impegni volontari al fine di prorogare e ampliare le attività di riciclaggio delle materie plastiche. L’obiettivo finale è raggiungere una quota di riciclaggio dei rifiuti di plastica del 50 % entro il 2040. Al fine di stimolare l’uso della plastica riciclata, la Commissione sta avviando una campagna rivolta alle industrie europee tramite la quale mira a conseguire, entro il 2025, l’obiettivo dell’utilizzo di 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata nella realizzazione di nuovi prodotti immessi nel mercato dell’UE.
Mariangela Latella