Garipoli: ecco cosa c’è dietro la golden age della IV Gamma

Un’offerta in forte crescita e diversificata, il presidio del mercato da parte dei retailer, il cambio delle abitudini di consumo alimentare e la progressiva erosione del tempo per comprare e cucinare alimenti. Sono questi i principali fattori che stanno creando, sul mercato italiano, la nuova ‘golden age’ della IV Gamma, ritornata a registrare importanti dati di crescita in valore (+5,9%), in frequenza degli acquisti e nella platea degli acquirenti (+2,1%) che a fine 2018 (dati Nielsen) è arrivata a comprendere quasi 20 milioni di famiglie.

Dati importanti, che rappresentano la fotografia del presente. E all’orizzonte già si profilano nuove sfide per cavalcare la crescita e continuare a detenere la posizione di primo  Paese produttore sud-europeo. Le parole chiave sono: poke bowl (prodotto tagliato a cubetti), mix di frutta fresca, V Gamma, food delivery, category management e, last but not least, l’export. Sì, l’export, perché questo nuovo boom tutto italiano può fare da driver per le esportazioni in altri Paesi, come la Spagna, ad esempio, che pur avendo una domanda in ascesa non è altrettanto bene organizzata sul fronte dell’offerta. Non a caso, i principali player del Belpaese considerano l’area sud-europea come prioritaria. Emblematica, in questo senso, la policy de La Linea Verde, che, pur essendo presente nella penisola iberica già dal 2008, con la Vegetales Línea Verde di Navarra, ha comperato nel 2019 lo stabilimento Naturvega Lodosa, sempre a Navarra, e nuove serre nella regione della Murcia. La stessa azienda ha guardato ai Balcani, avviando un polo produttivo in Serbia, dove ha attuato un significativo ampliamento delle produzioni sotto serra a Ruma, e dove opera sia per la marca propria DimmidiSì che come co-packer.

“Il nuovo boom della IV Gamma in Italia – riferisce Salvo Garipoli, responsabile dell’area Politiche di marca e trade marketing presso SG Marketing, società di consulenza nel food & beverage – trova fondamento su diversi motivi. Innanzitutto il fatto che il consumatore sta cambiando il suo approccio alla spesa e al consumo dando una sempre crescente attenzione al benessere che è un fattore molto rilevante sul mercato italiano. D’altro canto c’è sempre meno tempo per dedicarsi all’acquisto e alla preparazione dei pasti, mediamente un’ora e 45’ alla settimana. A questo si aggiunga una crescente attenzione ad evitare gli scarti e quindi a ricercare cibi già porzionati. Insomma, tutto un complesso di esigenze che la IV Gamma, per definizione, riesce a soddisfare interamente”.

L’industria della IV Gamma, che ha lavorato in questi anni su innovazione, tecnologia e sicurezza alimentare, risponde alla tipologia della domanda. “Basta guardare gli scaffali –  afferma Garipoli – per accorgersi che si stanno riempendo di prodotti-soluzione, con kit freschi per il consumo a casa e fuori casa. Inoltre, nelle confezioni si trovano prodotti non disponibili nelle referenze più tradizionali”.

Tra i punti di forza del settore, la posizione dei retailer è che ne hanno fatto un loro fiore all’occhiello, imponendosi con le loro marche con una quota di mercato vicina al 70%. “Per la GDO – precisa Garipoli – si tratta di un’area di lavoro molto importante e strategicamente rilevante perché comunica se stessa, perché è presidio di categoria con un significativo potenziale differenziante e referenziante proprio attraverso le selezioni e i prodotti offerti a marchio del distributore. Scelgo quella catena perché ha quel tipo di vaschetta con quel tipo di selezione che non trovo altrove. Se non ci fosse l’interesse dei retailer, probabilmente in questa fase, il fresh cut si troverebbe, sì, sugli scaffali ma espresso in maniera meno proporzionale.”

Per il futuro, tuttavia, non basterà più cavalcare la richiesta del mercato e gli sviluppi dovranno necessariamente essere guidati da nuovi driver quali ad esempio il lavoro di category per capire quale ruolo dovrà avere il retailer e quale, invece, dovrà essere presidiato dalla produzione. “Lo sviluppo dipenderà dalla capacità degli attori – conclude Garipoli – di capire che la categoria, ad un certo punto, andrà ottimizzata. Adesso abbiamo i retailer che presidiano i segmenti di consumo più tradizionali ma iniziano ad affacciarsi sul mondo del valore aggiunto, dei nuovi concept quali i ‘ready meal’. L’industria deve accompagnare questo sviluppo della distribuzione senza trascurare di ritagliarsi uno spazio rilevante per comunicarsi sullo scaffale”.

Mariangela Latella

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