Potassio e proteine sono gli arricchitori preferiti da consumatori italiani. Lo rivela l’Osservatorio Immagino GS1 di Nielsen, appena pubblicato, che fotografa, due volte l’anno, il carrello della spesa degli italiani e ne racconta i cambiamenti.
In questo particolare periodo post-pandemico, rivelano curatori dello studio, “l’Osservatorio è utile per capire come l’emergenza sanitaria impatterà su comportamenti dei consumatori; individuare nuove scelte strategiche, improntate a innovazione e progettualità, nei mesi della ripartenza”.
Il metodo di analisi dell’Osservatorio Immagino, prende in esame più di 100 informazioni preseti nelle etichette di prodotti (sia alimentari che non alimentari) che l’Osservatorio ha digitalizzato, e le incrocia con le rilevazioni Nielsen su venduto, consumo e fruizione dei media.
Il campione di cui si analizzano le etichette, è composto da 112 mila unità che, complessivamente, hanno generato un fatturato di 36 miliardi di euro.
Secondo l’Osservatorio Immagino, oltre al boom delle proteine (che hanno fatto volare le vendite dei prodotti che le contenevano del +1,5%), nel 2019 si è registrata anche una dinamica positiva per le fibre che dopo una crescita registrata nel 2018 del 2,4% sull’anno precedente, si assestano, nel 2019 a +0,3%. Tra le cause di questo rallentamento, secondo l’Osservatorio Immagino: “un minor consumo di limoni, arance e piatti pronti vegetali”.
Sempre meno richiesti i carboidrati (-2,1 % di vendite tra il 2019 e il 2018) e soprattutto gli zuccheri (-3%) per via, in quest’ultimo caso, del minor consumo anche di succhi, nettari e spremute di frutta oltre che gelati in vaschette, aranciata e altre bevande gassate.
Tra i desiderata dei consumatori, nel 2019, è esploso il tema della sostenibilità, che si è imposto in maniera assoluta l’anno scorso e, secondo Immagino, ha sfondato il muro dei 20 mila codici di prodotto venduti arrivando al 19% del paniere. La corsa alla sostenibilità ha portato a vendite di prodotti green che hanno generato, nel 2019, un fatturato di 7,9 miliardi di euro pari al 21,9% del fatturato totale preso in esame.
Ingredienti ed eco-sostenibilità sono alcune delle informazioni in etichetta che, nel 2019, hanno influenzato le scelte dei consumatori. Indicazioni che si rivelano importanti per la IV Gamma dal momento che ci dicono quali informazioni (e quali prodotti) spingono il cliente all’acquisto. L’etichetta acquista un ruolo sempre più importante per l’orientamento dei consumi. È il primo elemento per la scelta di acquisto. “Un orientamento per produttori e distributori per la private label – spiega Marco Cuppini, research and communication director GS1 Italy –, che, sulla base delle tendenze di consumo, possono usare gli spazi in etichetta per veicolare messaggi sui processi di lavorazione o sul contenuto del pack”.
Lo studio rivela inoltre che l’etichetta funziona di più quando parla dell’italianità del prodotto. Un claim, quello dell’origine, che ha generato il 25,2% dei ricavi del totale alimentare confermandosi come il più significativo e pervasivo tra i fenomeni monitorati legato alla promessa di un’esperienza organolettica e palatale all’altezza della nostra fama di Patria della buona cucina. Le referenze made in Italy (che crescono complessivamente dello 0,4% sul 2018) rappresentano il 25,4% del campione ma per le varie DOP, IGP, ‘made in Italy’ o ‘100% italiano’, la domanda non corre alla stessa velocità. Tra tutti questi indicatori di origine, la formula più venduta è ‘100% made in Italy’ che, tra i 2018 e il 2019 è cresciuta del 4,1%. Cresce parecchio, del 7,1% anche l’indicazione DOP ma e soprattutto legata all’aumento dell’offerta di prodotto più che ad una maggiore attenzione da parte dei consumatori. Mentre rimane stabile l’IGP(+0,3%) nonostante registri anch’essa un aumento dell’offerta soprattutto per pomodori e arance.
Su quasi 80 mila prodotti alimentari analizzati (in questo articolo non sono considerati i prodotti non alimentari come quelli per l’igiene della casa o la cura degli animali), il bio ha raggiunto la quota del 9,5% e il Veg ben il 5,1%. In crescita anche altre tendenze alimentari come il Kosher (la dieta ebraica, che rappresenta l’1,7% dei prodotti e cresce del 2% sul 2018) e come l’Halal (la dieta islamica, che nel 2018 aveva avuto un’impennata del +29% e rappresenta lo 0,5% dei prodotti alimentari).
Nel mondo dei superfruit, il protagonista nei consumi degli italiani è l’avocado che raddoppia le vendite (+92,9%), seguito da acqua di cocco (+7,4%), mandorla (+6,7%) e mirtillo (+4,6%). Mentre tra i semi spopolano quelli di zucca (+56,4), quelli di sesamo (+33,2), quelli di chia (+27,6) e – new entry – quelli di canapa (+20,9%)
Andando a guardare il mondo delle spezie, la curcuma cresce del 22,7% contro il +7,4 % dello zenzero e il calo della cannella -4,6%.
Tra le tendenze cosiddette ‘meteora’ del mercato, quella delle bacche di Goji, che dopo una breve vita scoppiettante da superfood, nel 2019 hanno registrato un calo del 18,6%.
Infine i claim considerati più accattivanti dal consumatore per descrivere il prodotto: ‘ruvido, ‘croccante’ e ‘morbido’ che crescono nelle preferenze dei consumatori, rispettivamente del 12,4, del 3,7 e del 2,1 percento.
Mariangela Latella