Gli Stati Uniti varano le linee guida per l’attuazione del Food Safety Modernization Act (FSMA) voluto nel 2011 da Barack Obama (vedi news). Tra le aziende più direttamente interessate, quelle che producono IV Gamma e in genere insalate pronte. Quale sarà l’impatto di questa normativa sul settore, una volta che sarà approvata definitivamente?
Lo chiediamo a Giancarlo Boscolo, presidente di Cultiva, azienda italiana leader nella produzione di IV Gamma che ha anche sviluppato, grazie al partner d’Oltreoceano Taylor Farms, delle produzioni di grani dimensioni in Florida con l’obiettivo di diventare il primo fornitore di fresh cut della East Coast statunitense.
– Presidente, quale sarà l’impatto economico delle nuove norme sulla Food Safety sull’attività delle aziende considerate a rischio contaminazione, come quelle di IV Gamma?
“Guardi, sul tema della tracciabilità, tutte le aziende statunitensi del settore sono già organizzate”.
– Nonostante questo, con riferimento all’epidemia di E.Coli sulla lattuga Romana che si è ripresentata per quasi due anni di seguito, le autorità di controllo non sono riuscite a individuare l’azienda in cui si è originato il focolaio, bloccando così tutta la filiera con ritiri massivi.
“Vero. Probabilmente, questo epilogo poco felice per le autorità preposte, ha dato un’accelerata alla cosiddetta New Era of Food Safety”.
– La norma impone alle aziende uno step ulteriore, ossia quello di applicare un linguaggio digitale unico per il mercato che sia in grado di comunicare con tutti i sistemi e finalizzato a convergere su una sorta di banca dati federale trasparente che sarà usata anche ai fini del mercato. Questo passaggio ha un’incidenza economica sul settore?
“La dimensione delle aziende degli Stati Uniti è tale che non ci saranno problemi per l’inserimento di una tecnologia anche perché questo tipo di tecnologie costano poco. Forse qualcosa in più potrà incidere sul costo del lavoro per la preparazione, almeno nella fase iniziale, del personale preposto alle operazioni di tracciabilità soprattutto se si parla di aziende piccole. Anche negli US c’è una sorta di atomizzazione della produzione ma non nel settore della IV Gamma dove operano per lo più grandi aziende che sono ben attrezzate per inserire tecnologie di tracciabilità diverse da quelle che vengono usate adesso”.
– Crede che questo upload tecnologico possa incidere sul costo finale della busta?
“Assolutamente no”.
– E sulla creazione di un registro delle aziende considerate a rischio?
“Per quanto riguarda la registrazione, non so se verrà ripresa dalla normativa finale. Ricordiamoci che il processo normativo è ancora tutto in fieri, ma vorrei anche precisare una cosa. La nostra azienda, che già lavora con sistemi di tracciabilità, sta testando da un paio di anni un nuovo raccoglitore meccanico per le insalatine che può lavorare in serra e che permette l’eliminazione di contaminanti e corpi estranei attraverso un sensore applicato sul tappeto di raccolta”.
– Sembra la tecnologia sviluppata da Raytec.
“È proprio quella, solo che noi l’abbiamo adattata per piccoli macchinari che possono lavorare in serra e l’abbiamo semplificata di modo da garantire la qualità dei nostri prodotti oltre alla tracciabilità, posto che tutte le nostre serre sono numerate”.
– Negli USA a che punto è la diffusione dello strumento della blockchain?
“Non è molto avanti, come in Italia, del resto. Ci sono stati alcuni tentativi da parte di alcune catene nostrane e d’Oltralpe e su determinate filiere ma non mi pare che adesso se ne parli più di tanto. Anche perché tra i problemi ci dovrebbe essere anche quello della certificazione dei dati”.
– Come è possibile che negli USA si susseguano epidemie da infezioni alimentari? Oltre alla lattuga romana, lo spinacio o anche le cipolle o i cetrioli.
“C’è stato sicuramente qualcuno che ha preso le norme sulla sicurezza alimentare un po’ sottogamba, magari facendo analisi meno approfondite sulle acque irrigue, ad esempio”.
– Che tempi prevede per il via libera alle nuove regole?
“Negli US sono veloci. Se approvano una legge, e questo avverrà in breve tempo dopo la definizione della bozza, tutti la dovranno applicare, quindi non penso che si andrà ancora per le lunghe dopo il varo del decalogo FDA”.
Mariangela Latella