Trasporto dei freschi in crisi per mancanza sempre più grave di autisti

Mancano all’appello 20 mila autisti per prodotti freschi e freschissimi ed il numero potrebbe lievitare a 60 mila a causa della normativa sul green pass la cui obbligatorietà nei luoghi di lavoro entrerà in vigore dal 15 ottobre prossimo con conseguenti ritardi e mancate consegne già dal giorno successivo.
È la denuncia di Alessandro Peron, direttore di FIAP Autotrasporti, l’associazione che aggrega circa il 75% degli autotrasportatori italiani, il quale accende i fari su un problema che diventa prioritario per il settore della IV Gamma, posto che il 60% delle merci movimentate via gomma, riguarda proprio il settore dei regrigerati: ortofrutta fresca, IV e V Gamma. 
“Di questo passo – spiega Peron – rischiamo che in Italia si concretizzi lo stesso problema che adesso sta affrontando la Gran Bretagna. Una grave carenza di autotrasportatori che rischia di fermare il mercato dell’approvvigionamento alimentare con la conseguenza che già dal 16 ottobre, potrebbero mancare prodotti sugli scaffali con una riduzione delle consegne di circa la metà”.
La causa di questa situazione ai limiti dell’assurdo, per Peron, è la mancanza di una visione strategica da parte della committenza (vale a dire il mondo della produzione, delle spedizioni e della GDO).  “Basti pensare alle 4-5 ore – precisa Peron – che servono per le operazioni di carico e scarico da quando è scoppiata la pandemia; al fatto che gli autisti non hanno avuto un bagno dedicato, ecc. D’altro canto c’è anche una responsabilità istituzionale, poiché non è stata varata una legge sui costi minimi ed altri provvedimenti necessari a riequilibrare il settore”.
Allo stato attuale, la domanda italiana di autotrasportatori, supera l’offerta di circa il 20%. Dato che mediamente operano lungo la Penisola circa 100 mila autotrasportatori, per lo meno quelli su flotte strutturare (quindi per grandi aziende), quindi al netto delle aziende familiari e del fai da te. Complessivamente, la carenza minima è di circa 20 mila autisti che potrebbe arrivare anche a 60 mila con l’introduzione del green pass e con gli aumenti dei costi.
“La maggior parte degli autisti nel nostro Paese sono rumeni, ucraini, serbi, polacchi. Professionisti che operano in regime di partita IVA su un lavoro che di per sé è duro perché implica lunghe ore di servizio, settimane intere lontano da casa, ecc. Adesso che le condizioni di lavoro nei loro Paesi di origine sono migliorate per l’adeguamento agli standard europei, se prima era già difficile ipotizzare di trovare personale con il collo di bottiglia del lavoro sotto costo fino al 50%, adesso sarà ancora peggio con l’introduzione dell’obbligatorietà del green pass. Serve un esonero”, sottolinea Peron.
Nell’Est Europa non solo non è obbligatorio il documento Covid Free, ma molte persone decidono di non fare proprio il vaccino. Nel comparto della IV Gamma, già da fine luglio ed inizio agosto, un quarto dei principali operatori mandava fuori dai propri magazzini la metà dei camion normalmente previsti. E questo in piena ripresa del settore dal punto di vista della domanda.
Mariangela Latella

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