Culinary misfit e supermercati sociali: quando l’impresa 4.0 è etica

Le startup dal “cuore buono”: dall’analisi di 39 iniziative di distribuzione alimentare a fini sociali in vari contesti urbani, a livello nazionale e internazionale, l’Osservatorio Food Sustainability ha identificato quattro diversi modelli di collaborazione cross-settoriale ricorrenti, che possono anche ibridarsi tra di loro: recupero e ridistribuzione di eccedenze alimentari tramite donazione, spesa sospesa, trasformazione dell’eccedenza in altro prodotto a più lunga vita residuale o in pasto cucinato e supermercato sociale.

Tra le esperienze analizzate si citano gli Hub di Quartiere contro lo spreco alimentare di Milano, che coniugano attività di recupero e ridistribuzione di eccedenze alimentari donate da diverse fonti con il modello del supermercato sociale e anche la trasformazione di eccedenze, che sarà sperimentata nel nuovo e quinto Hub appena inaugurato.

Altre iniziative sono “Culinary Misfit” a Berlino, che riutilizza frutta e verdura scartata per difetti estetici e acquistata a prezzo calmierato da produttori agricoli locali, per la preparazione di piatti cucinati, anche serviti gratuitamente alle persone in difficoltà.

Ci sono poi esperienze di supermercato sociale basate su un sistema di tessera a punti, tra cui l’iniziativa “Ri:Colt.O” della Cooperativa sociale Tempo Libero, che rifornisce il proprio negozio solidale anche di alimenti prodotti con ingredienti coltivati nel proprio orto.

Esperienze di spese sospese sono “Spesa SOSpesa” al mercato comunale nel quartiere Nolo di Milano e “Fate Bene” a Torino, in cui le spese per le persone in difficoltà si compongono di eccedenze donate o prodotti acquistati dai mercati urbani, punti vendita o negozi del quartiere grazie al supporto economico dei cittadini privati.

 

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