Fuori suolo, impianti di ultima generazione triplicano le rese

La fragola lucana risorge dalle sue ceneri grazie allo sviluppo di serre per la produzione in fuori suolo dell’azienda Combimetal Carrera che, da quest’anno, ha intrapreso  questa innovativa tecnica di coltivazione che permette di triplicare le rese di ogni serra e ridurre i costi di produzione. In questo 2022, inoltre, è entrato in piena produzione l’impianto dell’azienda da sette ettari.

Ne parliamo con Giusy Carrera, responsabile commerciale di Combimetal Carrera in un’intervista esclusiva per Fresh Cut News all’indomani della fiera madrilena di Fruit Attraction, dove l’azienda ha presentato al mercato le sue novità.

“La nostra azienda è specializzata nella realizzazione di serre – ci dice Carrera – e da quest’anno abbiamo intrapreso un settore per noi nuovo che è quello della coltivazione fuori suolo. Abbiamo acquistato dei macchinari che ci permettono di realizzare una sorta di struttura poggiata su staffe alle quali si collega una canalina che funge da appoggio alle vasche di coltura e attraverso cui viene veicolata la sostanza nutritiva per la coltivazione fuori suolo, in serra, su substrato di perlite o fibra di cocco“.

“Con questo sistema – aggiunge  – possiamo arrivare a coltivare fino a tre file di vasche, in questo distinguendoci da tutte le altre tecniche di coltivazioni fuori suolo presenti sul mercato. Non si tratta di vertical farming perché non c’è un maggiore bisogno di energia elettrica per l’illuminazione. Abbiamo brevettato l’impianto assegnando specifiche angolazioni ai bauletti, in base all’areale in cui vengono installati, di modo da sfruttare al massimo il beneficio delle ore di sole del nostro territorio, senza creare nessun tipo di fabbisogno energetico”.

Con l’innovazione di Combimetal si possono piantare nella stessa serra, fino al triplo delle piante. In teoria, funziona come il vertical farming in pratica non ne patisce i limiti di costo, dato che si tratta di una tecnica di produzione innovativa che combacia perfettamente con le caratteristiche climatiche del nostro Paese e con le molte ore di sole di cui esso beneficia.

“Un altro vantaggio – precisa Carrera – è che le operazioni di raccolta risultano meno gravose per i braccianti che non dovranno più lavorare chinati a terra, ma in piedi poiché i bauletti sono collocati ad altezza uomo. In questo modo il lavoro che si faceva in otto ore si fa in quattro. Abbiamo sviluppato questo sistema per le fragole ma può essere applicato anche per il pomodoro o le zucchine o altre orticole”.

Il costo dell’investimento, che può essere integrato in qualsiasi serra già esistente inclusi i tunnel, si aggira sui 7-8 euro a metro quadro e permette di ottenere da subito importanti abbattimenti economici a cominciare dalla fertirrigazione e dai trattamenti che vengono di fatto eliminati.

Se nelle serre tradizionali, in un ettaro, vengono piantate circa 70mila piantine di fragola, nel sistema fuori suolo brevettato da Combimetal si può arrivare fino a 210mila.

“Si può anche pensare di diversificare le colture in serra – precisa Carrera -. Ad esempio dedicare la prima fila alle fragole e la seconda ad un altro prodotto. La struttura, inoltre, è completamente pulita perché a terra si stende un telo di pacciamatura che impedisce agli operatori di entrare a contatto con la terra e allo stesso tempo, mantiene il suolo immacolato”.

Mariangela Latella
maralate@gmail.com

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