Le fragole di Sofia, nuovi traguardi: “Vertical farming, sfida vinta”

“Coltivare. Innovare”, è il motto di Sofia Michieli, 27enne imprenditrice di Crespino (Rovigo), che ha scommesso sul vertical farming per dare vita, a partire dal 2018, a una produzione di fragole sostenibili e di alta qualità. “Le fragole di Sofia” è un’azienda che rispecchia la voglia della giovane agronoma – laureata con il massimo dei voti in Scienze e tecnologie agrarie all’Università degli studi di Padova e specializzatasi allo stesso Ateneo nel Master di International business of small and medium enterprises – di dedicarsi a una coltura specializzata, sostenibile e innovativa, che al contempo garantisca soddisfazione sul piano della produttività e redditività.

Michieli produce fragole in una serra hi-tech di 6mila metri quadri fuori suolo, completamente automatizzata, basata su canaline di irrigazione mobili up and down che consentono di raddoppiare la produzione risparmiando acqua e terra.

Un’innovazione che le ha portato numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Smau Giovani 2019 e, nel 2021, la menzione speciale dell’ Osservatorio Giovani di Nomisma che ha apprezzato il suo impegno, come recitano le motivazioni, “per essere riuscita a dare concretezza al termine sostenibilità realizzando un sistema innovativo e sperimentale ad alta produttività, puntando anche sulla diversificazione aziendale attraverso la trasformazione della materia prima e la vendita diretta”. Oltre alla coltivazione, l’attività dell’azienda si estende infatti alla trasformazione del prodotto in confetture, succhi e liquori naturali, senza aggiunta di conservanti.  E lo scorso anno è arrivato il Premio “Selezione 2022 Protagonisti Under 35“, assegnato a Roma in occasione dell’evento Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana organizzato dal nostro gruppo editoriale.

La premiazione di Sofia Michieli all’edizione 2022 dei Protagonisti dell’Ortofrutta

– Michieli, dopo cinque anni di attività, possiamo parlare di vertical farming come sfida riuscita?
“Sì, perché il vertical farming permette di risparmiare suolo, acqua e migliorare la qualità del lavoro, tutti motivi per cui abbiamo portato avanti il motto “Coltivare.Innovare”.

– Una coltivazione che garantisce vantaggi al prodotto?
“Assolutamente sì: è una fragola sostenibile, più pregiata qualitativamente perché è protetta dagli eventi atmosferici, risente meno dell’umidità del terreno, è più ventilata e meno soggetta a sviluppo di muffe e malattie. Posso ben dire che siamo contenti del nostro impianto, fa un prodotto di qualità che piace ai mercati”.

Fragole di Sofia raccolte in questi giorni

– Quali i mercati di riferimento?
“Come riferimento abbiamo i mercati ortofrutticoli del Centro-Nord, non la GDO, perché non ha prezzi per noi sostenibili in quanto abbiamo alti costi di produzione, sia di impianto che di forza lavoro, avendo tutto personale locale della provincia di Rovigo. Quindi abbiamo costi più alti rispetto alla media. Un pensierino all’export ce l’avremmo, ma di fatto non esportiamo perché non abbiamo i volumi e, al momento, neanche i riferimenti”.

– Quali progetti in vista per la tua azienda?
“La serra non è riscaldata, né raffreddata, e manca l’illuminazione, vorremmo arrivare a realizzare gli impianti necessari a eliminare il gap e poter così produrre 365 giorni l’anno, aumentando la produzione sulla superficie attuale. Speriamo di riuscirci nel giro di due-tre anni. Quest’anno completiamo intanto il ciclo chiuso di irrigazione”.

l’illuminazione: vorremmo arrivare a realizzare gli impianti necessari a eliminare il gap e poter così produrre 365 giorni l’anno, aumentando la produzione sulla superficie attuale. Speriamo di riuscirci nel giro di due-tre anni. Quest’anno completiamo intanto il ciclo chiuso di irrigazione”.

– Il sogno nel cassetto dell’imprenditrice Michieli?
“Magari avviare un’altra serra con un’altra coltura, ugualmente specializzata, sostenibile, innovata, esplorare insomma qualche altra coltura nel momento in cui avremo efficientato quella presente”.

– Ma riesci a fare tutto da sola?
“No, ho la famiglia alle spalle, altrimenti come sarebbe stato possibile studiare e lavorare? L’unione fa la forza!”.

Cristina Latessa

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