Giro di vite sul packaging, l’Europa torna alla carica. E la IV Gamma trema. In Commissione Ambiente del Parlamento UE è passato infatti con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni. il divieto di utilizzo di imballaggi monouso per tutte le confezioni di frutta e verdura inferiori a 1 kg nonché l’obbligo dell’etichettatura compostabile per il settore.
Una decisione, denuncia Coldiretti, che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete di peso inferiore al limite.
Nella forma attuale il testo “apre ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Ma si rischia anche un effetto negativo sui consumi – aggiunge Coldiretti – dove i prodotti di IV Gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani”.
Netta contrarietà e forte rammarico anche da parte di CIA-Agricoltori Italiani, che adesso chiede di lavorare tutti insieme, parlamentari e organizzazioni di categoria, per cercare di ribaltare la situazione con il prossimo voto in plenaria a novembre. Per il presidente nazionale di CIA, Cristiano Fini, questa proposta avrà effetti molto negativi su filiere importantissime dell’agroalimentare.
“Questa proposta – rincara la dose il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – andrà ad impattare negativamente non solo su tutti i produttori di imballaggi, ma anche sui fornitori e gli utilizzatori. Esiste un rischio estremamente concreto che vengano danneggiate intere filiere strategiche della produzione e della distribuzione nazionale, a loro volta fortemente integrate su scala europea. A subire i danni peggiori sarebbero le imprese e le cooperative agricole e della filiera alimentare, settore trainante del nostro export”.
Alleanza Cooperative Agroalimentari esprime “forte dissenso”: il divieto di imballaggi monouso per tutte le confezioni ortofrutticole di peso inferiore a un chilogrammo “rischia di mettere a repentaglio l’efficienza e la praticità della catena di distribuzione agroalimentare”. Così come l’obbligo dell’etichettatura compostabile per i prodotti ortofrutticoli “rischia di comportare costi eccessivi per le aziende, senza garantire necessariamente un impatto positivo sull’ambiente”.
Va giù duro anche Salvatore De Meo, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale al Parlamento europeo: “La proposta di ridurre il divieto di utilizzo di imballaggi monouso per frutta e verdura fresca da 1,5 kg a 1 kg non affronta adeguatamente la questione. Al contrario, evidenzia la mancanza di consapevolezza di alcuni gruppi politici riguardo alle possibili e gravi conseguenze che questa misura potrebbe avere sul settore agroalimentare e sul problema degli sprechi alimentari”.
De Meo aggiunge: “Mi auguro che durante il voto in plenaria, alla fine di novembre, avremmo l’opportunità di modificare e migliorare il testo eliminando definitivamente questa disposizione che considero assurda”.
Dice Mauro Salini, presidente di Pro Food: “Su passaggi fondamentali come l’articolo 22 sulla messa al bando di intere categorie di imballaggi per ortofrutta e horeca, e il 26 su obblighi di riuso nella ristorazione collettiva veloce, il margine dei voti a favore è stato molto contenuto, con una maggioranza di appena 4 voti su 84 totali. Questo dimostra una forte spaccatura all’interno della stessa Commissione Ambiente”.
“Questa spaccatura”, aggiunge “è forse causata dai timori che stanno emergendo a proposito delle enormi ripercussioni che queste norme avrebbero sui sistemi di distribuzione dei prodotti ortofrutticoli (per i quali l’Italia vanta una posizione di leadership), sulla ristorazione di massa, sulle stesse esigenze di consumo dettate dalla vita moderna, e sull’accesso democratico a una alimentazione sicura”.
“Anche sul fondamentale aspetto dell’impatto ambientale complessivo di questo provvedimento non vi sono reali certezze nemmeno in chi ha proposto il provvedimento: prova ne sia la Commissione europea ha chiesto approfondimenti in merito al centro di ricerca JRC, peraltro non ente terzo ma emanazione della stessa Commissione. E tali approfondimenti sono ben lungi dall’essere conclusi”.
La partita si sposta ora in assemblea plenaria dove è indispensabile che l’approccio ideologico lasci il posto a una maggiore attenzione alle reali esigenze dei cittadini europei, nel rispetto di una sostenibilità, che per definirsi tale deve essere si ambientale, ma anche economica e sociale.
Nel percorso legislativo deve poi ancora esprimersi il Consiglio dell’Unione europea, in cui hanno voce i governi nazionali.
“L’auspicio”, continua Salini, “è che in tale fase l’Italia faccia da capofila di altri Paesi, a tutela non solo degli imballaggi in plastica, che in Europa oggi sono correttamente prodotti, usati e smaltiti, ma soprattutto della qualità e del valore di prodotti come frutta e verdura, dell’efficacia e dell’economicità dei sistemi di ristorazione di massa, della sicurezza dei consumatori e infine, non meno importante, a tutela di migliaia di posti di lavoro”.
Qui, infine, la presa di posizione di UIF IV Gamma. (m.ald)