A Novel Farm riflettori sulle TEA: vegetali più resistenti e… nottambuli

NovelFarm, la mostra-convegno internazionale sulle innovazioni in agricoltura, indoor e vertical farming, in programma a Pordenone il 20 e 21 marzo, dedicherà alle Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA) una sessione intera nel pomeriggio della prima giornata.

Nel corso del dibattito si cecherà di fare chiarezza con due interventi “panoramici” affidati a Teodoro Cardi, ricercatore del CREA (per le specie orticole), e Mickael Malnoy, responsabile Unità Genomica e biologia avanzata della Fondazione Edmund Mach (per le piante da frutto).

I tratti che si potenziano o modificano sono assai diversi. Si va dalla ridotta richiesta di acqua o la possibilità di utilizzarla con un contenuto di sale più elevato, dalla resistenza al decadimento post-raccolta alla fortificazione del contenuto di nutrienti specifici fino alla modifica della struttura dei vegetali, per esempio riducendo la dispersione dei frutti, un tratto di grande utilità per automatizzare la raccolta, specie in vertical farm e serre.

Un ambito trasversale oggetto di ricerca in tutto il mondo è il miglioramento dell’efficienza del processo fotosintetico per rendere le piante capaci di convertire meglio la luce in biomassa ed energia metabolica. Ne parla Tomas Morosinotto dell’Università di Padova. La vera novità di questa edizione di NovelFarm è la fotosintesi artificiale applicata all’agricoltura. L’idea di base, sviluppata negli Stati Uniti prima da un consorzio universitario e poi da Square Roots, azienda di vertical farming, fondata Kimbal Musk, fratello di Elon, consiste nell’utilizzare energia elettrica prodotta con pannelli fotovoltaici per produrre l’acetato, a partire da anidride carbonica e acqua, usando un elettrolizzatore a due stadi.

I ricercatori hanno scoperto che somministrando acetato e acqua, le piante possono crescere anche in assenza di luce. Il processo funziona perfettamente negli organismi semplici, come microalghe, lieviti e funghi, mentre per le piante più complesse, è ancora necessaria una parte di fotosintesi naturale per crescere normalmente.

I ricercatori hanno quindi modificato il genoma di alcune specie utilizzando il CRISPR-CAS9 per migliorare il metabolismo dell’acetato. I vantaggi sono evidenti, poichè la maggior parte dei costi delle vertical farm sono legati all’energia per l’illuminazione. Con la fotosintesi artificiale diventa possibile ridurre il tempo di accensione delle lampade al minimo necessario, per esempio, per garantire la giusta pigmentazione.

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