di Mirko Aldinucci
Un 2024 di crescita e consolidamento per la IV Gamma del gruppo San Lidano, in un segmento che alla fine dello scorso ottobre registrava un +5%, a livello di fatturato, rispetto ai primi dieci mesi del 2024, confermando l’organizzazione pontina come uno dei principali co-packer del comparto a livello nazionale: ad oggi, infatti, si contano una ventina di retailer/distributori che affidano il proprio brand a questo specialista del fresh cut, nato in provincia di Latina e, da un più di un decennio, con base anche in territorio bergamasco.
“Proseguiamo in un percorso di crescita e sviluppo, preferendo tuttavia un progresso costante e sostanzialmente omogeneo per categoria, alla spasmodica ricerca di potenziali exploit, in quanto gli stessi – al contempo – rischierebbero di rendere altresì arduo, nonché facilmente fallace, lo strutturarsi di conseguenza”, il commento del direttore commerciale di San Lidano, Matteo Testa, sui dati e l’andamento dell’anno appena chiuso. “La marginalità media del settore non corrisponde ai desiderata dei vari player, pertanto i nostri sforzi non possono non rivolgersi (anche) alla razionalizzazione dei costi e alla ricerca di economie di scala, con conseguente focus volto alla ricerca dell’ottimizzazione degli assortimenti, contraddistinta, ad esempio, da una minor “polverizzazione”/frammentazione delle produzioni rispetto al passato”.
“Quest’approccio intriso di pragmatismo – prosegue Testa – porta a far sì che gli sforzi si concentrino soprattutto verso un’adeguata programmazione agricolo-produttiva, che possa donare fondamenta stabili allo zoccolo duro dei tronchi assortimentali dei nostri clienti, composto, in particolare, dalle principali insalate monoprodotto (partendo dalle baby leaf, arrivando sino ai cuori di iceberg), dai classici mix altovendenti e dalle verdure da cuocere. In questo contesto, a livello di performance di vendita, chi riveste un ruolo sempre più da protagonista sono i Cuori di Icerberg, che – anche grazie all’ingresso delle nuove generazioni tra i responsabili d’acquisto familiare – risulta ormai come l’articolo top seller del settore, pur continuando a configurarsi come referenza tra le più complicate in termini di approvvigionamento della relativa materia prima: infatti, se da un lato le grandi catene ne auspicano un’origine 100% italiana, dall’altro permangono ampi periodi dell’anno in cui il prodotto estero fornisce maggiori garanzie dal punto di vista organolettico e di adeguato rispetto della shelf-life. In funzione di questo San Lidano ha scelto di formare e di poter quindi annoverare tra i soci della propria OP anche realtà al di fuori dei confini domestici e consiglia inoltre ai propri partner lo sviluppo di un doppio packaging per la propria MDD: uno per il prodotto italiano ed un secondo “neutro”, a copertura dei i periodi in cui la miglior qualità contraddistingue quello d’oltreconfine”.
Buono, nel complesso, il bilancio per l’ortofrutta lavorata e confezionata, come angurie, zucca e ortaggi vari, preselezionati e tagliati nei formati più utili e accattivanti, mentre l‘insalata di prima gamma evoluta (da lavare prima del consumo) ha un ruolo estremamente marginale per San Lidano. Che non rinuncia all’innovazione, soprattutto nel packaging e sul fronte della sostenibilità, tema caro all’azienda, nonché ambito di riconoscimenti anche a livello continentale nel corso del 2024.
Il futuro prossimo dell’azienda guidata dalla famiglia Di Pastina continua comunque a prevedere corposi investimenti: nel sito laziale, le novità maggiori riguarderanno la tecnologia a servizio delle infrastrutture già esistenti, mentre, in territorio lombardo, sono in fase di partenza i preannunciati importanti lavori volti all’ampliamento degli spazi produttivi, che – a fronte delle recenti acquisizioni immobiliari – nei prossimi anni potrebbero gradualmente garantire (se necessario) un’estensione tripla rispetto a quella attuale.
“Anche in questo difficile contesto di mercato, la mission di San Lidano permane quindi il miglioramento continuo nel binomio qualità&servizio, da attuarsi tuttavia con grande oculatezza economica e organizzativa, al fine di preservare quella solidità a 360 gradi che negli ultimi lustri le ha permesso di recitare un ruolo sempre più di primo piano nel panorama ortofrutticolo italiano”.
mirko.aldinucci@freshcutnews.it