L’Insalata dell’Orto: Primo trimestre debole e aumento costi, ma ci sono segmenti dinamici

di Mirko Aldinucci

“Il primo trimestre del 2025 ha mostrato segnali di debolezza per la IV Gamma, con consumi ancora contenuti, sia sul mercato interno sia all’estero: la bassa domanda si affianca a un aumento dei costi produttivi, in particolare quelli energetici, e una concorrenza sempre più agguerrita, che restringe ulteriormente i margini”. Questa l’analisi di Cinzia Busana (nella foto), amministratore delegato de L’Insalata dell’Orto.

Il 2024 si è chiuso con un bilancio stabile per l’azienda veneta, che ha registrato un fatturato di poco superiore ai 50 milioni di euro, con un lieve incremento nei volumi commercializzati e segnali di vivacità in alcune categorie ad alto contenuto di servizio. Rimangono tuttavia le pressioni legate ai costi produttivi, che comprimono la marginalità di filiera.

Nonostante il quadro complesso, L’Insalata dell’Orto continua a registrare performance incoraggianti, grazie anche – puntualizza Busana – al modello aziendale impostato sul controllo di filiera. In Italia l’azienda è in espansione grazie alla crescita di segmenti come gli sfalciati, le erbe aromatiche e le verdure pronte da cuocere, categorie che si stanno dimostrando ricche di potenzialità. Una menzione particolare meritano i Cuori di riccia, molto apprezzati in Veneto e richiesta da distributori regionali. Un prodotto di nicchia, che richiede know-how e specializzazione sull’indivia riccia per ottenere un cuore bianco ben formato.

Il cuore del business resta l’export, che rappresenta oggi il 67% del fatturato aziendale. La Germania si conferma il mercato principale, seguita da una Slovenia in crescita costante. In forte espansione anche la Spagna, piazza emergente che offre interessanti prospettive di sviluppo.

Resta il fatto che il comparto delle insalate pronte “vive da tempo difficoltà strutturali – analizza Busana –. Nel 2024 abbiamo visto qualche segnale positivo, soprattutto in termini di qualità e innovazione, ma va ricordato che il player dominante rimane la marca del distributore. Le sue politiche commerciali sono determinanti per l’andamento del comparto”.

Tra le referenze più dinamiche spiccano le baby leaf, l’iceberg e le verdure da cuocere, tutte linee capaci di rispondere alle esigenze di praticità e gusto dei consumatori italiani. Meno brillanti, invece, le performance delle miste tradizionali, penalizzate da una minore differenziazione e da un’offerta meno innovativa.

Il 2025 rappresenta un anno speciale per l’azienda con quartier generale a Mira (Venezia): si celebrano i 25 anni di attività con un rinnovato focus sulla sostenibilità. In autunno è attesa la nuova edizione del Bilancio di Sostenibilità e, lungo l’arco dell’anno, saranno sviluppate iniziative coerenti con l’identità green dell’impresa.

Cinque i pilastri strategici su cui si concentra oggi l’attività: progetti per la marca del distributore, core business consolidato; valorizzazione delle produzioni IGP, con focus su radicchi veneti e rucola della Piana del Sele; produzione biologica; Gamma Residuo Zero; Fiori eduli, tra le produzioni più distintive e identitarie della realtà veneta.

mirko.aldinucci@freshcutnews.it

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