di Mirko Aldinucci
Si allarga la forbice tra marca del distributore e dell’industria, con la MDD che a luglio 2025 – dati Nielsen – raggiunge il 32%, in valore, del totale grocery contro il 10,8% della marca leader.
“Sarà perché il peso del canale discount sta crescendo – commenta l’AD di Decò Italia Mario Gasbarrino su Linkedin – sarà perché i prezzi di vendita delle marche sono troppo alti, sarà perché gli stipendi sono troppo bassi ma il grafico dimostra in maniera inequivocabile che il rimbalzo della quota delle marche leader del 2024, frutto di una spinta sulla leva promozionale, non ha retto. Bisogna che da ambo le parti, retail e IDM, se ne prenda atto e si agisca di conseguenza: il mondo dei consumi è cambiato e nulla sarà più come prima”.

Mario Gasbarrino
Per Giancarlo Amitrano, responsabile acquisti ortofrutta e IV Gamma di Cedrigos, però, “la crescita della MDD non è tanto frutto di un cambio dei consumi ma di un cambio delle politiche di vendita”: “Come si fa ad imputare ad un cambio di approccio nei consumi la crescita della MDD sé questa stessa su molti scaffali diventa l’unica o quasi proposta assortimentale?” commenta.

Nel riquadro, Giancarlo Amitrano
Replica di Gasbarrino: “Ci sono centinaia di prodotti di marca che, fuori dalle promozioni, costano quasi il doppio dei prodotti MDD e sono più o meno della stessa qualità: cosa vuoi che compri in cliente che ha meno soldi in tasca ed è più preparato? Certo, se l’alternativa non gliela fai trovare il cliente compra quello che trova… Detto questo, per evitare equivoci dico che il superrmercato rimane il posto dove avere la possibilità di scegliere, ma questo dipende da come il distributore interpreta il proprio ruolo”.
Gasbarrino aggiunge che “il distributore, a volte suo malgrado, si sta affrancando dalle politiche assortimentali dettate dall’industria di marca (meglio tardi che mai) e deve però ancora ritrovare una sua strada, perché solo di MDD non si vive, sia chiaro”.