OP San Lidano capofila del progetto su una nuova cima di rapa

È stata appena pubblicata una ricerca su un ibrido di cima di rapa destinato dalla IV Gamma condotta dalla sementiera Enza Zaden, da vari istituti del CNR tra cui quello di Monte Rotondo in collaborazione con l’OP San Lidano, leader laziale per il confezionamento di insalate e il sostegno alle produzioni locali appartenenti alla tradizione e alla cultura regionale, come quella delle cime di rapa o delle puntarelle.
Il processo di miglioramento varietale della cima di rapa ibrida, denominata H39, che entra ora nel vivo con le prove in campo presso gli impianti dell’OP San Lidano (associata a Italia Ortofrutta Unione Nazionale), punta ad ottimizzare le prestazioni di IV Gamma di un ortaggio tipico della cucina invernale del Centro Italia.
Due gli obiettivi del progetto, oltre a quello di definire le proprietà nutrizionistiche della nuova varietà che sarà inserita nella nuova linea Orti Laziali, se i test risponderanno alle aspettative. “Da un lato – ci spiega Matteo Testa (nella foto), responsabile commerciale di OP San Lidano – avevamo bisogno di ottimizzare l’uso dell’ortaggio riducendo la parte che si getta. D’altro canto, cercavamo una varietà che, in determinati periodi della stagione, in particole all’inizio e alla fine, non manifestasse una riduzione delle infiorescenze ma potesse comunque garantire una certa regolarità produttiva a parità di qualità”.
La prova in laboratorio è stata superata, con la pubblicazione del progetto di ricerca avvenuta lo scorso 23 agosto. Mentre sono appena iniziate le prove in campo presso San Lidano che ha trapiantato i primi due ettari e che poi farà anche i test sul packaging con l’obiettivo di garantire una buona shelf life al prodotto confezionato.
“Abbiamo firmato a settembre – precisa Paolo Cappuccio, agronomo e responsabile ricerca e sviluppo dell’OP San Lidano – una lettera di intenti tra gli attori coinvolti in questo programma di miglioramento varietale. Per arrivare alla fase commerciale ci vorranno, se tutto va come deve andare, due anni pieni. Poi, una volta verificato che il prodotto potrebbe essere interessante per il mercato, bisognerà accertarsi che ci siano semi in sufficienza per avviare una produzione massiva. Potremmo anche considerare la possibilità di richiedere l’esclusiva di produzione e commercializzazione sempre se i test daranno i risultati attesi. In tal caso, saremo gli unici in Italia a realizzare le nuove cime di rapa”.
I cambiamenti di consumo causati dalla pandemia hanno generato un momento, si spera transitorio, di forte sofferenza per i prodotti ready-to-eat. “San Lidano – si legge in una nota dell’azienda – ritiene che l’obiettivo di aumentare la sicurezza e la qualità alimentare della IV Gamma risponda all’urgenza di interventi per ristabilire la fiducia e la redditività, intercettando e/o anticipando le esigenze dei consumatori, con conseguente ripresa nei volumi.
In Lazio si coltivano circa 540 ettari di cime di rapa con oltre 100 mila quintali di produzione; mentre il 70% della produzione viene sviluppato in Puglia e Campania dove sono distribuiti circa 10 mila ettari per una produzione di 17 milioni di quintali.
Mariangela Latella

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