Riforma del ready-to-eat. Battagliola: Chiarezza su tecniche di produzione ed etichette

UIF IV Gamma è al lavoro sulla bozza di riforma della legge italiana sul ready-to-eat. In attesa della convocazione del tavolo interministeriale sulla disciplina in questione e dell’ok di Bruxelles al decreto attuativo sul vertical farming, cerchiamo di saperne di più da Andrea Battagliola (nella foto), presidente di UIF IV Gamma. 
– Dopo le richieste corali del mondo produttivo, il ministero ha fissato una data per la convocazione del tavolo sulla IV Gamma?
“Non ci sono date per il momento, ma siamo in fiduciosa attesa. Dopo l’evento di Battipaglia, organizzato da UIF IV Gamma proprio per sollecitare un intervento legislativo, tutti e tre i ministeri coinvolti nel processo di riforma della legge sulla IV Gamma (MIPAAF, MISE e della Salute), ci hanno chiesto di inviare un nostro parere al riguardo”.
– Può anticiparci qualche cosa sulla vostra posizione?
“Come settore di IV Gamma, abbiamo ben più di un’argomentazione, dal momento che l’evoluzione di questo settore, che indubbiamente rende necessario l’aggiornamento della normativa, tocca molti aspetti”.
– Ad esempio?
“Innanzitutto gli standard qualitativi devono essere applicati anche a categorie merceologiche non ancora normate e per le quali puntiamo a creare una disciplina anche e soprattutto in funzione della tutela e della fiducia del consumatore”.
– Esistono al riguardo concrete proposte normative?
“Non ho indicazioni in tal senso. Però diciamo che sono stati individuati due macro-ambiti sui quali chiediamo la massima attenzione”.
– Quali sono?
“Quello di definire delle specifiche tecniche su prodotti e processi sui quali ci siamo soffermati molto. Non vorremmo che fosse un tema sottovalutato e contiamo che venga preso in seria considerazione. Inoltre, altro punto importante, è quello dell’etichettatura, ossia cosa e come comunicare al consumatore attraverso le indicazioni sulle buste”.
Cioè mettere dei distinguo?
“Guardiamola dall’ottica del consumatore. Vogliamo scongiurare il rischio di poca chiarezza sui prodotti che acquista. Deve essere chiara la distinzione, ad esempio, tra prodotti di IV Gamma, ossia lavati e pronti al consumo, di prima gamma evoluta, confezionati ma non lavati, e di prodotti provenienti da vertical farming, che sono una categoria merceologica nuova ma ancora diversa rispetto alle precedenti. Su questi punti vorremmo poter dare il nostro contributo avendo a cuore un interesse che è comune a tutte le parti in causa, ossia non creare confusione nel consumatore. Dentro questo perimetro, che mi sembra condiviso, siamo disponibili ad aprirci ad ogni tipo di riflessione”.
– Il fatto che i produttori di vertical farming stiano attraendo molti fondi di investimento e quindi stiano creando le basi per una capacità di fare lobby più di quanto non sia mai riuscito a fare tutto il settore di IV Gamma europeo messo insieme, in qualche modo potrebbe spingere il settore del ready-to-eat ad essere a sua volta aperto ai capitali di ventura?
“Come presidente di UIF IV Gamma, non ho ricevuto alcuna richiesta da parte di fondi privati di investimento. Tra le competenze della nostra organizzazione non rientra il controllo e la gestione degli investimenti delle singole realtà a noi associate. Il nostro fine  è quello di continuare a produrre in modo sostenibile. Le nostre aziende condividono competenze e valori per fare passi avanti su temi strategici nel rispetto di una produzione di qualità,  dei territori di produzione e dei nostri consumatori”.
Mariangela Latella

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