Colruyt Group, catena belga di supermercati, ha appena sviluppato una serra verticale a basso impatto ambientale, attigua a un suo centro di distribuzione, destinata alla coltivazione di erbe aromatiche che saranno vendute con la sua private label ‘Boni Selection’ a partire dal 2019 negli store dell’insegna del gruppo, Bio-Planet. Si tratta della prima serra verticale nel suo genere, ossia gestita dal reparto Ricerca e Sviluppo di un retailer per produrre orticole proprie con qualità selezionata.
“È appena partita la fase di test – spiega Stefan Goethaert, direttore del gruppo – che punta a coinvolgere anche aziende private. Vogliamo mettere alcune delle piante a disposizione di imprenditori innovativi che stanno studiando le nuove tendenze nel campo del cibo. Insieme possiamo pensare alle diverse possibilità di commercializzare i nostri prodotti. Abbiamo anche diversi partner potenziali”.
Il progetto sulla serra verticale, destinata a produrre erbe aromatiche che sono state oggetto di una degustazione il 28 e 29 novembre scorsi, mira a commercializzare un prodotto realizzato con il minimo impatto ambientale a cominciare dallo spazio di coltivazione, ridotto fino a venti volte rispetto alla coltura convenzionale.
È per questo che il gruppo sta studiando l’intero ciclo di vita delle piante, dalle sementi all’acquisto dei consumatori, monitorando, fra l’altro, imballaggi riciclabili, lavorando per estendere la shelf-life delle piante e per integrare la serra verticale in un centro di distribuzione al fine di avere prodotti a chilometro zero.
“Bio-Planet – continua Goethaert – sarà la prima insegna del gruppo a proporre le erbe aromatiche coltivate nella ‘fattoria verticale’ e distribuite con il nostro marchio Boni Selection. Nelle serre aria, luce, acqua e nutrienti sono forniti in modo controllato e nelle quantità strettamente necessarie per la crescita ottimale della pianta senza alcun uso di pesticidi. Le piante sono quindi naturali al 100%, maturano anche due volte più velocemente di una cultura tradizionale e, infine, non dipendono dalle condizioni atmosferiche con la conseguenza che la loro qualità è garantita durante tutto l’anno”.
Dopo un anno di test, i primi risultati rivelano un abbattimento del 90% della risorsa idrica, anche grazie all’uso di acqua piovana filtrata, e del 50% di nutrienti rispetto alle colture convenzionali. Tutte le sostanze non assorbite dall’impianto vengono, inoltre, riutilizzate mentre l’illuminazione rigorosamente a LED, ha dimostrato di essere anche due volte più efficiente dei modelli standard attualmente sul mercato. L’installazione è alimentata da energia elettrica verde, prodotta da turbine eoliche e pannelli solari contigui.
Mariangela Latella