Trasparenza e tracciabilità di filiera sono parole sempre più frequenti tra gli operatori del settore ortofrutticolo, della IV Gamma in primis, tanto da essere talvolta abusate. C’è una realtà tuttavia che ha reso concreti tali concetti “semplicemente”, si fa per dire, applicando un QR Code alle buste delle proprie insalate. Stiamo parlando dell’Ambruosi & Viscardi, azienda marchigiana con un fatturato di 28 milioni di euro, protagonista da 30 nella nella coltivazione e distribuzione di insalate riccia, scarola, pan di zucchero, radicchio rosso e spinaci, proposte in versione IV Gamma per il 75% del proprio output e il restante 25% come Prima Gamma o Prima Gamma evoluta.
In sostanza è stata implementata la possibilità di fare un vero e proprio tour virtuale collegando il proprio telefono all’etichetta del pack (opzione valida, in alternativa, anche collegandosi al sito internet aziendale): una visita immersiva a 360° dei vivai, di alcuni campi e dell’intero stabilimento, per informare il consumatore circa il percorso svolto dall’insalata, dal seme (rigorosamente NO OGM) fino alla busta, sulle analisi effettuate e le pratiche aziendali seguite nel rispetto della sostenibilità.
“Il desiderio – spiega Nicola Ambruosi, socio dell’azienda di Sant’Elpidio a Mare in provincia di Fermo (nella foto) – è comunicare il nostro modo di fare le cose e, grazie alla tecnologia, abbiamo potuto aprire le porte dell’azienda a tutti. Per noi si tratta di un sistema per farci conoscere, per mostrare i luoghi e i metodi del nostro lavoro e condividere con il consumatori i valori che da sempre guidano le nostre attività in azienda”.
Le ambizioni di Ambruosi & Viscardi sono mosse dalla passione e dal rispetto per la Terra, come traspare chiaramente dalle parole di Nicola: “Per il futuro – ci spiega rispondendo a nostra domanda diretta – non abbiamo grandi piani ‘espansionistici’, l’unico investimento infrastrutturale in programma è la realizzazione di un impianto da 5 ettari coperti per la produzione di baby leaf. La nostra intenzione semmai è continuare a investire in Ricerca&Sviluppo per arrivare a produrre insalate sempre più naturali con il minor valore di residuo possibile grazie ad un’agricoltura a lotta integrata attenta e rigorosa. Il progetto poi proseguirà e verrà via via implementato: entro la fine del 2020 l’idea è garantire la tracciabilità totale, mettendo anche a disposizione mappe aeree dei campi, i risultati delle analisi post raccolta con il riferimento ai singoli lotti di provenienza e tutta una serie di informazioni necessarie per fornire al consumatore ciò che è necessario per concretizzare un rapporto di fiducia totale”.
Chiara Brandi