Belgravia cresce del 10%. Garanzie al consumatore dal residuo zero

Anno di crescita, nonostante la pandemia e le relative conseguenze economiche e sociali. Per Belgravia il 2021 si è chiuso con un +10%, sia per la I che per la IV Gamma.

Per aumentare la propria competitività sul mercato, l’impresa lombarda, che nel 2021 ha raggiunto un fatturato di circa 30 milioni, con l’export che rappresenta il 40%, sta puntando in particolare sul progetto “Residuo Zero”. L’azienda è stata in assoluto una delle prime realtà del settore ad ottenere la certificazione “a residuo zero” per alcune varietà di baby leaf. Il residuo zero è l’evoluzione della coltivazione a “lotta integrata” aggiungendo ai già restrittivi parametri previsti per questo tipo di produzione,  ulteriori  limitazioni nell’impiego di fitofarmaci e impone la ricerca di prodotti a basso impatto ambientale.

ll prodotto può essere certificato a “residuo zero” quando i residui di prodotti fitosanitari di sintesi chimica utilizzati risultano inferiori o uguali a 0,01 mg/kg (10 ppb, parti per miliardo). Per questo vengono utilizzate esclusivamente molecole di ultima generazione con una degradazione piuttosto veloce.

Il progetto “Residuo Zero”, partito oltre 5 anni fa, ha visto impegnate diverse funzioni aziendali – produzione, team assicurazione qualità e team agronomi – ed ha riguardato l’azienda e la filiera a 360 gradi, rivoluzionando completamente tutto il lavoro svolto nelle aziende agricole associate.

Rispetto a prima, con coltivazione a lotta integrata, si è registrato il 30% di risparmio idrico, con il dimezzamento del numero di trattamenti, che in alcuni periodi dell’anno sono stati completamente annullati. Il processo ha portato alla costante ricerca di nuove molecole a minor impatto ambientale e alta biodegradabilità, oltre allo studio e ricerca di varietà colturali più resistenti.

“Con la valeriana e lo spinacino Residuo Zero, e prossimamente anche per altre baby leaf, il consumatore ha la garanzia di avere in tavola un prodotto privo di residui di prodotti fitosanitari, sia che essi siano di sintesi chimica che biologica”, precisano i manager di Belgravia. “Semplicemente i residui non ci sono. Inoltre il consumatore ha la garanzia di avere un prodotto tracciato capillarmente dal seme al prodotto finito, senza escludere nessuna lavorazione e passaggio, un prodotto che, per lotti omogenei di produzione, è sempre controllato analiticamente in laboratorio”. (e.z.)

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