Da Fruit Logistica l’allarme prezzi per la IV Gamma

“Il valore delle vendite di IV Gamma è in forte calo nonostante il settore registri un aumento dei volumi. La sproporzione comincia a diventare preoccupante anche se i primi due mesi del 2022 hanno un trend positivo. Ma ciò è  dovuto al confronto con gennaio e febbraio dell’anno scorso che erano stati negativi”. Così, Felice Poli, presidente dell’OP Sole e Rugiada, del gruppo La Linea Verde, ha commentato l’andamento del mercato di settore del primo trimestre in occasione del convegno di Berlino organizzato da UNAPROA dal titolo: ‘La competitività dell’ortofrutta italiana al tempo delle emergenze. Il ruolo delle filiere: la filiera di IV Gamma’. Tra gli interventi, anche quello della presidente dell’Unione Sonia Ricci.
Nell’analisi del trend anno su anno si registra nel primo bimestre un’incremento del valore del settore, rispettivamente, del +4,4 e +4,7% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Ma a gennaio e febbraio 2021 il settore aveva registrato, rispettivamente, un -2,2 e -2,3%. Coldiretti ha cercato di attenuare questo gap anche grazie ai sostegni sui contratti di filiera, di cui rimangono ancora 856 milioni di euro da spendere.
La forbice tra valore e volume si può ben vedere confrontando con i numeri ante-Covid. Se nel 2019 si vendevano 131 chili di prodotti di IV gamma per un valore complessivo di 916 milioni di euro (quasi 7 euro al chilo) nel 2021 si sono venduti 135 milioni di chili (il 3% in più) e i listini hanno perso lo 0,7% del valore generando un fatturato di 909 milioni di euro, pari ad un prezzo al chilo di 6,7 euro.
“Si tratta di capire – ha detto Poli – quale sia l’ambito di valorizzazione del settore di IV Gamma che per il 72% è venduta nella GDO. Ossia, come il settore, e in genere l’ortofrutta in generale possa difendersi e rilanciare dopo due anni di Covid e, ora, con le criticità emerse a seguito della guerra in Ucraina”.

Felice Poli

In questo contesto, l’Italia paga lo scotto di non essere autosufficiente energicamente. Un elemento che appesantisce ulteriormente la nostra competitività sui mercati. “Dobbiamo rafforzare il principio di filiera – ha precisato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – anche sul fronte energetico, iniziando, ad esempio, a guardare a forme evolute di energia nucleare: ad esempio, la fusione magnetica solare che potrebbe essere uno strumento per la competitività delle nostre aziende”.
Gli elementi che, per UNAPROA, dovranno essere messi sul tavolo di settore sono: l’incidenza del costo dei fattori di produzione come i fertilizzanti o gli antiparassitari, i prodotti energetici, i salari, le sementi, le piantine e, ancora, il contoterzismo; le minori rese, inevitabili per la difficoltà di reperire fertilizzanti sul mercato e per l’aumento dei costi di tutte le materie prime. Una “combo” non da poco perché fa lievitare il rischio, per il settore, di rilevanti perdite di fatturato a fine anno.
Tra le criticità di questa nefasta congiuntura di mercato che potrebbero sviluppare ulteriori derive negative sul lungo termine, ci sono anche: la rinuncia alla coltivazione, soprattutto in determinati periodi dell’anno; i mancati investimenti necessari per innovare il settore; il difficile cambio generazione che, per un settore come quello di IV Gamma, giovane per definizione, potrebbe rappresentare, in sostanza, l’ingresso in pompa magna in un vicolo cieco.
“Se l’indice dei costi di coltivazione, prima del lockdown – ha spiegato Poli -, nel febbraio 2020, era di 110,73, a febbraio 2022 è lievitato a 128, con una crescita del 15,5%. Occorre garantire, attraverso la valorizzazione di questi prodotti, il giusto rapporto qualità/prezzo e permettere quindi alle grandi OP di IV Gamma, che sono 13 in tutt’Italia, di cui 9 associate ad UNAPROA, di svolgere le proprie funzioni di ottimizzazione dei ruoli aziendali e minimizzazione delle oscillazioni di mercato”.
UNAPROA preme per la coesione e il coordinamento tra chi produce e chi vende IV Gamma. “Urgono tavoli interministeriali che favoriscano politiche di adeguata marginalità per tutti gli attori della filiera – ha precisato Poli -. Tra i fattori strategici su cui potere fare perno c’è la necessità di una maggiore visibilità a scaffale della GDO; puntare sulla freschezza garantita dal sistema delle OP; ridurre le ricettazioni e le grammature favorendo quelle maggiormente rispondenti alla domanda; una maggiore collaborazione tra produttori e GDO, facendo delle OP le garanti delle effettive esigenze della filiera; favorire politiche di prezzo non penalizzanti per coloro che aderiscono alla filiera”
Mariangela Latella

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