Bellina: più cereali e meno insalate, la IV Gamma rischia

Almeno il 15% delle aziende italiane produttrici di IV Gamma in campo aperto stanno riconvertendo i loro impianti per iniziare a coltivare varietà più redditizie come mais e cereali in genere. Questo significa che i volumi immessi nel mercato, specie quelli derivati da produzioni a pieno campo, potrebbe subire una flessione che, nel 2023, si potrebbe anche aggravare se la crisi congiunturale caratterizzata da un forte incremento del costo delle materie prime dovesse prolungarsi.
Non ha dubbi Santo Bellina, uno dei ‘padri fondatori’ del settore della IV gamma in Italia e presidente dell’OP La Maggiolina, sul fatto che lo scenario attuale del settore sia estremamente preoccupante.
“Noi produttori, ad oggi, non ci siamo ancora resi conto del dramma che andremo a subire da qui a fine anno – denuncia Bellina -. Non parlo delle industrie. Parlo proprio della parte agricola. Dai confronti con i colleghi, emerge che nessuno sia riuscito a portare a casa uno straccio di risultato. Per quanto riguarda la grande distribuzione mi par di capire che, di questa massa di aumenti dei costi che arrivano sui produttori tra capo e collo, dopo anni di investimenti in innovazione, sia stato riconosciuto poco se non, addirittura, niente. Questo è un problema. Si pensi alla sola plastica per le coperture delle serre, che è cresciuta del 50%, va cambiata ogni tre anni, se va bene. In Lombardia, dopo le grandinate delle settimane scorse, siamo stati costretti a cambiarla comunque. A questo si aggiungano i costi di energia, macchinari, ammendanti, fertilizzanti. Non se ne viene fuori”.
Secondo Bellina, la geografia della IV Gamma italiana potrebbe drasticamente cambiare con il rischio di una riduzione di prodotto sul mercato, nel breve, periodo. A riconvertire le produzioni verso colture più redditizie, sono innanzitutto i produttori a campo aperto. Per intendersi, quelli che coltivano insalate adulte o spinacino.
“Il problema non va sottovalutato – precisa Bellina – dal momento che le produzioni a pieno campo rappresentano circa il 50% delle superfici coltivate per la IV Gamma. Entro quest’anno almeno il 15-20% delle aziende agricole del settore pensa di riconvertire le proprie produzioni a colture più redditizie come, il mais, ad esempio. Così stanno facendo, ad esempio, alcune aziende agricole della piana del Fucino. E se la situazione non migliora, per l’anno prossimo, le riconversioni aumenteranno certamente. Ne va della sopravvivenza delle imprese stesse. Il rischio è quello di una possibile mancanza di prodotto nel breve periodo, a meno che, chi rimane sul mercato, non intensifichi le proprie produzioni oppure non si trovino altri sbocchi di mercato o, ancora, che qualcuno della filiera non si metta a compensare i costi. Come evolverà la situazione, lo vedremo più avanti”.
Intanto, l’OP La Maggiolina ha chiuso il proprio contratto di filiera che comprende aziende su tre Regioni (Lombardia, Veneto e Campania) e attende l’esito delle graduatorie.
“Entro fine giugno dovremmo avere notizie certe – ci racconta Bellina -. I sostegni per i contratti di filiera potrebbero essere una forma di respiro per le aziende di IV gamma che, negli ultimi anni, hanno anche investito molto in innovazione e che comunque hanno la voce di spesa in ricerca e sviluppo nel loro DNA”.
Mariangela Latella

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