IV Gamma bio, fatturato e utili in picchiata per Adinolfi: “Rischio ridimensionamento”

Chiuderà con un fatturato in picchiata del 10-15% e utili del 25% in meno, il gruppo Adinolfi, leader italiano nella produzione di IV Gamma bio con base a Battipaglia. Secondo quanto rivela in esclusiva a Fresh Cut News Giovanni Adinolfi, che guida l’azienda di famiglia, se la situazione di mercato non cambia nei prossimi cinque mesi, l’azienda sarà costretta a dare il via ad un piano di ridimensionamento.

“In questo periodo – ci spiega ‘the big one’ del gruppo campano – l’azienda sta soffrendo molto. Non riusciamo ad ottenere dai nostri clienti un aumento in relazione ai maggiori costi di produzione. Avremmo bisogno di almeno 30-35 centesimi di più al chilo. La corrente elettrica è quasi quadruplicata: se prima pagavamo 23mila euro al mese di bolletta, adesso l’importo è di 82mila euro al mese”.

– Come vi state organizzando per affrontare questa fase particolarmente difficile?
“Cerchiamo di resistere mentre aspettiamo che la tempesta passi. Ma, ad oggi, nessuno sa dirci per quanto tempo occorrerà tenero duro in questa situazione”.

– Voi per quanto pensate di potere resistere a queste condizioni difficili?
“Possiamo tenere altri quattro o cinque mesi. Oltre no”.

– E cosa potrebbe succedere nel caso la crisi proseguisse?
“Abbiamo già steso un piano di ridimensionamento aziendale che prevede licenziamenti di personale e che potrebbe prendere il via, in caso di condizioni invariate, già da marzo-aprile 2023. Adesso abbiamo 230 dipendenti e penso che potremmo ridurli a 150, più di un terzo in meno”.

– Cosa ne sarà delle serre che fermeranno la produzione?
“Metteremo i terreni a riposo, piantando dei sovesci, in attesa di tempi migliori. Nel frattempo stiamo portando avanti un investimento preventivato in tempi pre-crisi per la costruzione di un impianto fotovoltaico sopra il tetto del magazzino per un estensione di 1.500 mq e che avrà una potenza di circa 300 kW. Ci permetterà di coprire un terzo del nostro fabbisogno energetico aziendale. Il problema per questo tipo di investimenti, effettuati con sovvenzione pubblica, è che abbiamo dovuto anticipare i soldi e che non riusciamo a procedere con le spese perché gli utili, che venivano reinvestiti, quest’anno sono stati bruciati del 25%. A questo si aggiunga l’incognita climatica della campagna produttiva che abbiamo davanti. Basterebbe anche solo un evento climatico avverso per trasformare la situazione in disastrosa anche in considerazione del fatto che i concimi hanno subito un aumento del 300% e il costo della plastica per le coperture è passata da 2,7 a 4,3 euro al chilo. Insomma tentiamo di tirare avanti fino alla fine dell’anno. Spero che il nuovo Governo intervenga al più presto per proteggere il sistema Italia, sia nella parte agricola che nell’industria”.

– Bisognerà che la filiera presenti compatta le proprie esigenze al nuovo Ministro per l’Agricoltura e la sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida…
“Il problema dell’unità del comparto è molto importante, direi fondamentale, ma sono le associazioni di categoria che devono affrontarlo e superarlo. Quelle che ci rappresentano forse, su questo punto, sono assenti”.

– Come prevedete di chiudere il 2022 a livello di fatturato di Gruppo?
“Con una perdita dal 10 al 15% e una forte flessione degli utili, intorno al 25%”.

Mariangela Latella
maralate@gmail.com

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