Per la prima volta il Governo ha introdotto una misura specifica per il comparto serricolo inteso come patrimonio nazionale e spinge per il rinnovamento degli impianti più vetusti. Lo prevede il testo di conversione in legge del cosiddetto Decreto bollette dello scorso marzo.
Nella legge di conversione, approvato prima della caduta della legislatura Draghi, è stato inserito, infatti, l’art. 11-bis intitolato ‘Riconversione e incremento dell’efficienza energetica degli impianti serricoli’.
Questo articolo prevede che il ministro per la Transizione Ecologica, di concerto con il Ministro delle Politiche Agricole e con il ministro dello Sviluppo economico, predispongano un piano nazionale per la riconversione degli impianti serricoli in siti agro-energetici. Con tale disposizione, l’intero comparto serricolo italiano, considerato vero e proprio patrimonio nazionale, avrà la possibilità di ristrutturarsi, rinnovarsi, accedere con un aiuto finanziario importante da parte dello Stato ai migliori e più innovativi sistemi di coltivazione sostenibile. Le serre potranno diventare vere e proprie macchine solari, siti agro-energetici, che non consumano ma producono risorse”.
La novella legislativa prevede una serie di finanziamenti, ad esempio, per rinnovare strutturalmente gli impianti serricoli per la coltivazione fuori suolo; per assicurarne la sostenibilità ambientale e l’efficienza agronomica; per favorire il recupero delle acque piovane dai tetti delle serre o l’uso di energie rinnovabili e la trasformazione degli impianti serricoli da strutture di consumo a strutture di produzione di condivisione dell’energia.
L’obiettivo è quello di rendere questo ‘patrimonio nazionale’, resiliente ai cambi climatici, favorire gli investimenti nel settore fotovoltaico semitrasparente attraverso l’installazione di pannelli sopra i tetti delle serre ma anche incentivare gli impianti geotermici a bassa dispersione energetica.
Tra gli altri obiettivi che saranno finanziati e/o incentivati, anche la diffusione di impianti di riscaldamento e di raffrescamento, compreso il teleriscaldamento, da trasformazione di biomasse e da centrali a biogas; la dismissione degli impianti serricoli con caratteristiche di vetustà nonché il rinnovamento delle strutture con finalità produttive; la manutenzione straordinaria degli impianti serricoli mediante l’introduzione di reti e di protezioni antigrandine; il rinnovamento delle coperture a maggior ragione se fatto con materiali innovativi fotoselettivi e di lunga durata, con caratteristiche di efficienza termica o con specifiche capacità di trattamento e di modifica della luce in entrata, ai fini della migliore gestione ed efficienza produttiva delle colture.
Mariangela Latella
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