Plastic tax rinviata, il Governo ragiona su come applicare la tassa sul web

La Legge di Bilancio approvata lunedì21 novembre dal Consiglio dei Ministri ha confermato il posticipo di 12 mesi dell’entrata in vigore di Plastic e Sugar tax. Una decisione che era nell’aria e che conferma l’inopportunità della norma introdotta nel 2019 e sinora sempre rimandata.

Le due tasse, pensate per colpire l’utilizzo delle inquinanti plastiche monouso e il consumo delle poco salutari bevande zuccherate, si erano subito rivelate di complicata applicazione e avevano acceso la rivolta delle imprese dei due settori colpiti. Di qui i rinvii in serie. Ora il governo Meloni, come ha riportato nei giorni scorsi Il sole 24 Ore, ha un’ambizione in più: cancellare del tutto le due tasse.

Alle due tasse è collegato un gettito da 650 milioni di euro all’anno: una cifra non ciclopica, ma comunque importante per i saldi tendenziali dei prossimi anni. Per attenuare il problema, quindi, i tecnici del Mef hanno ipotizzato un percorso in due mosse: un nuovo rinvio di un anno con la legge di bilancio, per allungare fino al 31 dicembre 2023 la sospensione, e poi un ricalcolo del gettito potenziale in primavera nel Def per preparare il terreno alla loro abolizione definitiva.

Incognite anche sulle nuova ipotesi di web tax. Per renderla “verde” l’idea è di andare a colpire le consegne dei prodotti acquistati in rete effettuate con mezzi inquinanti. Queste consegne, però, non sono opera delle piattaforme come Amazon, ma di piccole imprese italiane che del colosso dell’e-commerce hanno solo il logo sul camioncino. Per questo non si preannuncia facile il lavoro necessario a raggiungere l’obiettivo cullato dal governo, quello di introdurre una nuova tassa digitale dopo gli sfortunati tentativi del passato.

 

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