Detratti: Lavorare con la GDO è difficile e genera inefficienze, OrtoRomi su altri canali

di Elena Consonni

E’ fiducioso, nonostante la complessità del momento per il settore, Cristiano Detratti, amministratore delegato di OrtoRomi, intervistato in occasione del press tour organizzato da UIF nell’azienda con quartier generale nel padovano. “Abbiamo chiuso lo scorso anno con un fatturato di 119 milioni di euro – ha affermato – e contiamo di superare questa cifra nel 2023. Non ci spaventa l’attuale congiuntura e vogliamo puntare sui prodotti a maggiore valore aggiunto, in primis gli estratti e le ciotole per rafforzare la presenza del nostro marchio sul mercato. Crediamo molto nelle ciotole, che dopo il crollo dei consumi a causa del Covid, ora si stanno riprendendo”. 

OrtoRomi produce giornalmente una media di 980 quintali di insalate, nei due stabilimenti di Borgoricco (Padova) e Bellizzi (Salerno), dove sono attive 44 linee di produzione e 16 di lavaggio. Il tutto grazie alle 50 aziende agricole che conferiscono la materia prima, coltivata su 800 ettari, di cui 200 in serra.

L’assortimento spazia dalle insalatine baby leaf alle insalate adulte, per arrivare agli estratti di frutta e verdura e alle zuppe pronte. Completano l’offerta i Radicchi IGP (l’azienda aderisce al Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP e del Radicchio Variegato di Castelfranco IGP) e le salse Hummus Bio e Guacamole. 

Attualmente l’azienda pesa per il 10-12% del mercato, quota che scende al 4,5% circa se si tratta del proprio marchio. “Circa due terzi della nostra produzione – ha sottolineato, infatti, Detratti – è rappresentato dalle marca del distributore. Collaborare con la grande distribuzione è una importante opportunità per ottimizzare i nostri processi produttivi, ma introduce notevoli elementi di complessità, a cominciare dalla raccolta degli ordini. Se alcune catene ci vengono incontro anticipandoci la sera una previsione di ordine per il giorno successivo, in altri casi l’ordine non arriva fino alla tarda mattinata con consegna in giornata. Questo ci obbliga a lavorare sui nostri dati previsionali e genera inefficienze. Ogni catena poi, richiede le proprie ricette, formati, confezioni. Persino il packaging secondario non è standardizzato. Questo ci porta a gestire ogni giorno centinaia di codici diversi”.  

Attualmente la grande distribuzione rappresenta il 95% del mercato per OrtoRomi, che però si sta attivando per trovare nuovi canali di sbocco, che permettano una migliore valorizzazione del prodotto con il proprio marchio. “Il canale Horeca in senso più ampio non è adatto a noi – ha precisato – ma il prossimo anno vogliamo riprendere in mano un progetto che avevamo avviato nel 2019-2020 e che si è interrotto a causa del Covid. La nostra intenzione è quella di portare i nostri estratti prima e poi altri prodotti in gamma all’interno di caffetterie selezionate, in partnership con operatori già attivi in questo canale. Ora i tempi sono maturi per riprendere il progetto”.    

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