“Alternative alla plastica monouso per le insalate in busta non ce ne sono”. Con questa affermazione, Rosario Rago, a capo della Rago Group, azienda salernitana specializzata nella produzione di insalate di I e IV Gamma, ha spiegato in un’intervista a Il Sole 24 Ore perché il voto dell’Europarlamento sugli imballaggi rappresenta una vittoria per il settore.
“Il mantenimento dell’ortofrutta fresca è strettamente legato all’uso della plastica”, ha spiegato al quotidiano. “Qualche imprenditore del settore ha lanciato le buste in carta, ma è un’innovazione solo apparente, perché quella carta all’interno ha un film plastico il cui unico risultato è di far raddoppiare i costi di smaltimento”.
E sulla possibilità di passare alla bioplastica, Rago è chiaro: “Non funziona, non almeno come è oggi. Si scioglie in acqua, quindi non va bene per un prodotto umido come l’insalata già lavata. Non garantisce parametri adeguati di igiene e sicurezza alimentare. Non può essere riciclata nell’umido perché è biodegradabile ma non compostabile. Inoltre non ha l’antiappannamento […]. E poi c’è il prezzo: oggi costa 10 euro al chilo contro i 3,5 della plastica normale, e non credo che il consumatore sia disposto a farsi carico di questi extra-costo”.
Il voto espresso dall’Europarlamento, ricorda Il Sole 24 Ore dovrà ora essere confermato dal Consiglio il prossimo 18 dicembre. Per l’occasione, Francia, Germania, Spagna e i Paesi dell’Est voteranno a fianco dell’Italia per il mantenimento delle buste in plastica per alcuni alimenti, come le insalate in busta.