Meeting in Portogallo su qualità e sicurezza della IV Gamma

Dal 10 al 12 ottobre prossimi, scienziati ed esperti della IV Gamma provenienti da Portogallo, Spagna, Italia, Inghilterra, Israele e Stati Uniti saranno ospiti della Facoltà di Biotecnologia dell’Università Cattolica del Portogallo a Porto presso il campus Foz per la nona edizione dello short-course su “Qualità e Sicurezza dei Prodotti di IV Gamma”.

“Si discuterà di argomenti relativi alla qualità post-raccolta ed alla lavorazione dei prodotti ortofrutticoli minimamente processati” sottolinea la prof. Manuela Pintado dell’UCP, uno dei co-organizzatori del corso.

“Saranno inoltre affrontati tutti gli aspetti legati alla sicurezza igienica, alla gestione dell’acqua, all’imballaggio, ed alle operazioni unitarie”.

Organizzato dalla Facoltà di Biotecnologie dell’UCP e dall’Università di Foggia (UniFg), ed in collaborazione con il Centro Operativo e Tecnológico Hortofrutícola Nacional (COTHN), la tre-giorni prevede la partecipazione di aziende portoghesi ed internazionali.

“Dopo le passate edizioni in Italia, Spagna, Germania, Turchia e Regno Unito, sono molto orgoglioso di portare il Corso in Portogallo,” afferma da parte sua il prof. Giancarlo Colelli dell’Università di Foggia, l’altro co-organizzatore dell’evento, “in quanto ritengo che l’industria portoghese del settore in forte crescita negli ultimi anni potrà beneficiare molto della condivisione di idee ed informazioni di livello internazionale”.

Il programma del corso ha come target gli operatori dell’industria dei prodotti ortofrutticoli freschi e della IV Gamma ma potrà interessare anche tecnologi ed ingegneri alimentari, personale addetto al controllo qualità ed allo sviluppo di nuovi prodotti, rappresentanti del settore della Ricerca e Sviluppo pubblico e privato, studenti e, a vario titolo, esperti di industrie alimentari e di aziende fornitrici (servizi, materiale confezionamento, impianti, materie prima, reagenti).

Oltre alle analisi condotte da Giancarlo Colelli, sulla presenza di contaminanti attraverso indagini spettrometriche, di cui abbiamo già scritto sul numero due di Fresh Cut News, l’aspetto dei contaminanti sarà preso in esame anche sul fronte della gestione delle acque “dal momento che – precisa Mabel Isabel Gil del Centro di Edafologia e Biologia applicata del Segura di Murcia – il controllo della qualità microbica dell’acqua eviterà la contaminazione dei prodotti da lavare. Bisogna però fare attenzione all’uso dei disinfettanti perché possono generare dei sottoprodotti indesiderati se il trattamento non è adeguatamente gestito”.

La ricerca condotta dalla professoressa Gil mette anche in luce l’importanza del controllo del tasso di umidità relativa nella produzione di baby leaf, che è differente da cultivar a cultivar, oltre che i diversi effetti della luce sull’atmosfera modificata nei magazzini, packaging e vassoi durante la fase di stoccaggio.

Mentre Francisco Artes-Hernandez del Politecnico di Cartagena (Spagna), punterà sull’importanza di una progettazione appropriata degli impianti di trasformazione al fine di migliorare l’efficacia del sistema produttivo, Victor Radov, dell’Agricoltura Research Organization Volcani-Center di Israele, prenderà in esame alcuni approcci antimicrobici di ultima generazione quali Uv, luce pulsata, plasma freddo, rinforzo tissulare con rivestimenti commestibili o ioni calcio, ritardo di senescenza da 1-MCP, controllo della doratura enzimatica da antiossidanti o calore, oltre che le possibilità di combinare i vari trattamenti in funzione di estendere la shelf-life.

Dall’Università del Michigan, Randy Beaudry, presenterà la sua ricerca sull’impatto delle atmosfere modificate sulla qualità e sull’ottimizzazione della  conservazione dei prodotti di IV Gamma. “Spesso – precisa – l’utilità delle atmosfere modificate viene relativamente limitata nei mix di prodotti vegetali diversi. Per questo è importante conoscere la singola suscettibilità alle atmosfere modificate e le soglie di tolleranza di ciascun prodotto”.

Si concentrerà sugli stress da taglio, l’intervento di Luis Cisneros-Zevallos, dell’Università del Texas, che ha osservato come l’applicazione di una combinazione di stress può mantenere la qualità del prodotto e contemporaneamente migliorare i livelli di antiossidanti.
“Abbiamo lavorato anche sul packaging – ha anticipato – esaminando speciali caratteristiche di pellicole come le temperature di transizione vetrosa e la permeabilità del film o la trasparenza e la condensazione associandole alle nanotecnologie per migliorare la qualità e la sicurezza dei prodotti freschi”.

Dall’Università di Cardiff nel Regno Unito, Hilary Rogers, ha sviluppato un’analisi sull’odore e sugli aspetti volatili del prodotto di IV Gamma che ha permesso di individuare dei marcatori, degli indici di deperibilità per realizzare uno strumento predittivo della qualità e di monitoraggio della shelf-life, attualmente in fase di test di mercato.

Infine Antonio Ferrante, dell’Università di Milano, presenterà la sua ricerca applicata sull’utilizzo dei LED per aumentare l’accumulo di composti antiossidanti e migliorare la qualità nutrizionale dei prodotti. “Quest’ultima – precisa Ferrante – può essere ottenuta anche utilizzando elementi specifici come l’arricchimento della soluzione nutriente con il selenio, che riduce la biosintesi dell’etilene e migliora la durata di conservazione delle verdure. Con riferimento, inoltre, alla qualità sanitaria, può essere valutata in tempo reale lungo tutta la catena di distribuzione attraverso l’uso di marcatori molecolari come una vasta serie di anticorpi”.

Insomma, un summit di primissimo piano su aspetti fondamentali per lo sviluppo del settore. (m.l.)

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