Per il carciofo puntiamo sulla IV Gamma o sulla Prima Gamma evoluta? Se ne è parlato – fra le tante cose – all’incontro di presentazione della rete di imprese e del marchio Violì, creato da Apofruit Italia, La Monfgolfiera e Cericola per strutturare la filiera del carciofo italiana.
Il carciofo rappresenta uno degli ortaggi dove è necessario fornire al consumatore un servizio, pena un drastico calo degli acquisti. E’ però anche necessario avere le idonee tecnologie : in questo caso si deve bloccare velocemente e con continuità la ossidazione del prodotto tagliato.
A Violì, in attesa di avere la massa critica per incentivare progetti di ricerca, hanno deciso di puntare sulla prima gamma evoluta – prodotti puliti e minimamente trattati. Ci pare una decisione sensata. La cosa ci porta però a una riflessione riguardante la ricerca applicata nel campo dei prodotti convenience: è necessario stimolare la ricerca pubblica come anche la formazione di start up e spin off in materia – le prospettive economiche ci sono.
Il mercato è oggi veramente recettivo – pensiamo all’incredibile successo dell’ennesimo prodotto “ossimorico” – il “prosciutto di anguria” lanciato questa estate a New York: prezzo 75 dollari al kg. Pare che innovare paghi.
Duccio Caccioni
coordinatore di Fresh Cut News