Ortogourmet verso le micro-green ready-to-eat

Il progetto di Ortogourmet nasce a Laterza (Bari) per valorizzare la biodiversità delle produzioni pugliesi e italiane. È frutto di un progetto di ricerca e di vita del suo ideatore, Carlo Minnini, ricercatore dell’ISPA, l’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del CNR di Bari che ha deciso di trasformare lo spin off di un progetto di ricerca sui micro-green e fiori eduli, che aveva dato vita alla start up ‘Gusta il biodiverso’, in una vera e propria azienda agricola altamente innovativa.

Si chiama Ortogourmet ed è stata fondata nel 2017 grazie alla società nata tra Minnini e la Progeva, azienda pugliese che si occupa di compostaggio e recupero di scarti organici. Oggi produce micro-green che riprendono le produzioni tipiche pugliesi, e italiane in generale, oltre che fiori edibili. Il tutto, su un impianto di serre da 3mila metri quadrati a Giovinazzo (Bari) che, con un piano di espansione ancora in via embrionale, punta a raddoppiare nel breve periodo.

L’elevato carattere innovativo dell’azienda, ha permesso ad Ortogourmet di conquistare in meno di due anni, il 20-30% di quota di mercato pugliese della ristorazione (principale canale distributivo) e circa il 5% di quello italiano. In catalogo, sempre in via di implementazione, ci sono prodotti tutti rigorosamente made in Italy o made in Puglia, quali, ad esempio, micro-cime di rapa, micro-bietole di Chioggia, micro-cavolo toscano per un totale di circa una cinquantina di varietà vendute nelle vaschette con lo stesso substrato di coltivazione (rigorosamente idroponica) e quindi da tagliare, lavare e usare.

Ma sono già in fase di test una linea di micro-aromatiche ed una di micro-spontanee come la portulaca o la pimpinella e, entro l’anno, sarà lanciata una linea di micro-green ready-to-eat
“Sono molti i plus dei micro-green – spiega a Fresh Cut News, Carlo Minnini –. Intanto hanno un sapore più intenso rispetto alla specie di riferimento. A parità di peso, inoltre, hanno un contenuto vitaminico da 10 a 50 volte superiore oltre che spiccate proprietà antiossidanti. Per i fiori eduli abbiamo creato una vera e propria linea di produzione e, adiacente alle serre, abbiamo realizzato un impianto di lavorazione da 500 mq per il confezionamento e la conservazione refrigerata”.

I fori edibili occupano due terzi della coltivazione in serra, ma l’obiettivo, legato al piano di espansione al raddoppio, è di arrivare al 50 e 50 tra microgreen e fiori, con l’introduzione, peraltro, anche di ortaggi tradizionali per differenziare l’offerta.

“Dopo il lancio della nostra attività – continua Minnini – le piccole aziende specializzate in micro-green si sono moltiplicate anche se quelle di rilievo nazionale si contano sulla punta delle dita di una mano. Il fatto che questo comparto produttivo sia composto da piccoli e piccolissimi produttori rappresenta un vulnus per un approccio massivo nei canali distributivi anche perché il nostro principale competitor, ossia l’Olanda, può contare su grandi economie di scala che permettono di ottenere prezzi fortemente competitivi con i quali siamo costretti a misurarci. Fino ad ora non si è mai parlato di un’OP tra produttori ma potrebbe essere un’idea”.

Mariangela Latella

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