Agricola Adinolfi, bio e agricoltura di precisione per la IV Gamma

È in fase di test presso l’azienda agricola Adinolfi, leader in Italia nella produzione bio di IV Gamma, uno dei primi Decision Support System in serra usati in Italia.

Si tratta di sensori, tre su 35 ettari sotto serra, dell’azienda che ha base nella Piana del Sele, sensori che comunicano in tempo reale le condizioni del campo per permettere interventi preventivi, in caso di necessità.

“Fare bio, specie in IV Gamma – precisa Ida Adinolfi (nella foto), della terza generazione alla guida l’omonima azienda di famiglia – significa affrontare i problemi del campo in via preventiva. Per questo è fondamentale conoscere in tempo reale le condizioni della serra, come il grado di umidità, ad esempio, o la temperatura. In pratica evitiamo che si creino le condizioni idonee a sviluppare fitopatologie”.

Con i suoi 35 ettari, l’azienda agricola Adinolfi è la capofila di una OP, la ItalianLeaf, che aggrega 410 ettari, specializzata nelle forniture di insalate di IV Gamma per le private label, con un associato a Bergamo per la valerianella ed uno a Padova per il radicchio.

“Su 410 ettari, 60 sono bio – precisa Adinolfi -. Da pochi mesi si è aggregata all’OP un’altra azienda, L’Orto di Francesca, costituita da mia sorella con 15 ettari tutti bio sotto serra, sempre nella Piana del Sele, per i quali è appena terminato il processo di conversione e, lo scorso ottobre, è arrivata la certificazione. Non trasformiamo, ma mandiamo prodotto pronto per la trasformazione ai più grandi player di tutta Europa. Con il nostro piccolo impianto di trasformazione invece, produciamo prima gamma di ortaggi a foglia ma riguarda il 10% della nostra produzione”.

La marginalità garantita dal prodotto bio rispetto alla IV Gamma convenzionale, è del 10% al netto dei costi di produzione e, anche, dei raccolti persi per le fitopatologie sulle quali non si riesce ad intervenire in via preventiva. Per questo la strada dell’agricoltura di precisione è strategica.

“Crediamo molto nel bio anche se agli inizi, nel 2013, quando abbiamo creato l’azienda biologica, non è stato facile. È un modo diverso di concepire l’agricoltura ma adesso, dopo sei anni, cominciamo a vedere importanti risultati sia a livello produttivo che sul mercato, e anche per questo prevediamo di fare nuovi investimenti. Per il momento però non siamo interessati a produrre fuori regione perché non ritroviamo le stesse condizioni climatiche e strategiche che abbiamo nella Piana del Sele. Guardiamo sempre alla Piana del Sele dove pensiamo di mettere in conversione altri terreni. Ma c’è bisogno che il prodotto bio venga adeguatamente valorizzato e che il mercato capisca i grandi sforzi che si fanno a monte”.

Mariangela Latella

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