VOG Products reagisce al lockdown. Non più solo mele di IV Gamma 

La IV Gamma di VOG Products è pronta a ripartire, già da settembre, nelle mense aziendali e scolastiche in previsione della riapertura mentre, per la GDO, è allo studio un progetto su nuove referenze che includeranno nell’offerta ready-to-eat altri tipi di frutta. Un progetto di rilancio che crea prospettive nuove per l’azienda che chiuderà l’anno con -20% del fatturato causa lockdown.
Ne parliamo con il direttore della cooperativa altoatesina, Christoph Tappeiner, in un’intervista esclusiva per Fresh Cut News.

“Il Covid – afferma Tappeiner – ha lasciato le sue tracce nel settore di IV Gamma. Fortunatamente VOG Products ha tanti modelli di business e la crisi, fino ad ora, non la sentiamo molto. Ciò non toglie che il settore del fresh cut sia stato colpito e non poco”.

Buona parte delle vostre referenze ready-to-eat sono legate al canale horeca, che ha particolarmente sofferto il lockdown.
“Certamente. I consumi fuori casa sono calati notevolmente perché la vita civile è stata ridotta praticamente ad un minimo per quasi tre mesi di lockdown. Adesso, pian pianino, si sta riprendendo”.

– Per fortuna, questo è il passato. All’orizzonte di VOG Products cosa c’è?
“Sono convinto che il fresh cut, per il futuro, tornerà ad essere impattante. La sicurezza alimentare, secondo noi, è un valore fondamentale e si basa su concetti chiari come provenienza e tracciabilità. Dalle nostre bustine di mele Leni’s possiamo rintracciare, attraverso un codice, ogni singolo produttore”.

– A proposito di tracciabilità, avete pensato di introdurre un sistema di block chain?
“Non fino ad ora perché inciderebbe troppo sul valore della materia prima. Porterebbe una serie di complessità con costi non da poco per cui bisognerebbe farlo passo per passo. Comunque, no, al momento non abbiamo preso in considerazione un progetto in questa direzione”.

– Quali sono le opportunità da cogliere con la ripresa?
“Il fresh cut per mense, catering e scuole avrà delle possibilità molto chiare già da settembre in poi perché lì, se parliamo di scuole, sembra prevista la riapertura. Altre mense stanno già riaprendo. Torniamo sempre più alla normalità ed un prodotto protetto come il fresh cut, lo riteniamo molto valido come alternativa. Potrebbe essere una buonissima soluzione per soddisfare i fabbisogni sia di bambini che di altri target di consumatori”.

– Quale è stato per voi il prezzo del lockdown?
“Una serie importante di volumi invenduti. Prevediamo di chiudere il bilancio annuale con una perdita di fatturato del 20%. Se guardiamo l’andamento dei singoli mesi, chiaramente, durante la chiusura abbiamo perso di più”.

– Per far riprendere le vendite, pensate di estendere la distribuzione a nuovi canali?
“Lavoriamo per il 50% con l’horeca e per il 50% con la GDO. Cercheremo di spostare l’asticella più sulla grande distribuzione. Speriamo di trovare buone sinergie”.

– Che intende?
“Che è probabile ci saranno altre sinergie perché conosciamo i nostri clienti”.

– Sta parlando di private label?
“Non escludiamo mai la private label non solo per le mele ma anche per altri prodotti”.

– Quali?
“È un progetto ancora in fase embrionale ma stiamo valutando di includere nel nostro assortimento anche altri tipi di prodotti”.

– Come vano i prezzi in GDO?
“Sono stabili perché i nostri contratti sono annuali e quindi sono rimasti invariati”.

– Prevedete aumenti da settembre?
“La politica dei prezzi da settembre in poi non l’abbiamo ancora decisa perché dobbiamo conoscere quale sarà l’offerta del prodotto disponibile. Ma se vogliamo crescere nel fresh cut dobbiamo comunque ragionare bene relativamente alla politica dei prezzi”.

– Cosa pensa della recentissima ricerca dell’Università di Catania sulla contaminazione da micro e nano plastiche di frutta e verdura?
“Non ho ancora avuto modo di guardarla ma posso assicurare che noi facciamo tutto il possibile e anche l’impossibile per garantire la sicurezza alimentare dei nostri prodotti”.

Mariangela Latella

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