Insalatina, spinacino e misticanza si aggiungono alla valeriana, mentre la rucola è in fase di “perfezionamento”: Belgravia amplia la gamma delle baby leaf a residuo zero certificate e alla recente edizione di Marca by BolognaFiere, dove era presente con uno stand, ha portato all’attenzione di clienti e stakeholder l’impegno profuso per una IV Gamma sempre più green.
“Un progetto che parte da lontano, iniziato sei anni fa, di cui stiamo raccogliendo i frutti”, ci ha spiegato in fiera Davide Camozzi (nella foto), responsabile di produzione dell’azienda bergamasca. “Il percorso per raggiungere questo traguardo è lungo e impegnativo, in campo e fuori, con attenzione all’impiego dell’acqua e a ogni tipo di trattamento. Non a caso siamo l’unica azienda italiana ad aver ottenuto la certificazione a residuo zero per alcune varietà di baby leaf”, la considerazione del manager.
“La ricerca, l’innovazione e l’etica determinano da sempre la qualità superiore delle nostre coltivazioni. Con questa importante certificazione abbiamo anticipiamo le direttive UE sulle limitazioni dell’uso dell’agrofarmaco e abbiamo risposto all’esigenza di un mercato sempre più attento all’ambiente e al consumatore”.
Il prodotto può essere certificato a “residuo zero” quando i residui di prodotti fitosanitari di sintesi chimica utilizzati risultano inferiori o uguali a 0,01 mg/kg (10 ppb, parti per miliardo). Per questo vengono utilizzate esclusivamente molecole di ultima generazione con una degradazione piuttosto veloce. L’obiettivo di rispettare l’ambiente è stato reso possibile grazie all’introduzione di tecniche innovative nel processo di lavorazione aziendale.
La GDO è il canale di riferimento di Belgravia, le cui aziende agricole sono insediate nelle aree più vocate del nostro Paese. “Il mercato risente molto dell’aumento dei costi, una zavorra difficile da scaricare a valle della filiera”, commenta Camozzi. L’impresa bergamasca nel 2021 ha raggiunto un fatturato di circa 30 milioni in crescita del 10%. L’export rappresenta il 40% circa dei ricavi.
Mirko Aldinucci
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