Il prodotto arriva dallo stabilimento di Bellizzi (Salerno) di Ortoromi Società Cooperativa Agricola, e l’invito del Ministero ai consumatori è di “restituire il prodotto al punto vendita dove è stato acquistato”. OrtoRomi, venerdì 13 settembre, ha rilasciato una nota stampa: “Da normali controlli di routine effettuati in punto vendita dalle autorità competenti – si legge – è stata rilevata la presenza di Listeria monocytogenes circoscrivibile al prodotto iceberg confezionato presso la business unit di Bellizzi, Salerno”.
“Dalle successive verifiche di approfondimento l’indagine si è ridotta a due sole linee di produzione, ragion per cui l’azienda, che da sempre fonda le sue radici su qualità e trasparenza, ha provveduto in via cautelativa e precauzionale all’attivazione della procedura di ritiro richiamo dei soli lotti coinvolti”.
“In attesa della chiusura dell’iter delle autorità – conclude la nota di OrtoRomi – l’azienda rassicura che tutte le referenze lavorate nelle altre linee di produzione della business unit di Salerno sono da ritenersi conformi alla normativa vigente”.
Successivamente OrtoRomi ha specificato che “il richiamo riguarda solo l’area del sud Italia, fino alla regione Lazio compresa”.
Ma quali sono i rischi per l’uomo? La listeriosi, ovvero la malattia causata dal batterio listeria – presente nell’ambiente e sul terreno – si manifesta in genere come gastroenterite nel giro di poche ore dall’ingestione del cibo contaminato. In alcuni, rari, casi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e setticemie.
La notizia del ritiro dei lotti, riportata dai media generalisti e rilanciata anche sulle pagine social dei principali mezzi di informazione, ha scatenato una serie di commenti che, come spesso accade, tirano in ballo la qualità e la presunta inaffidabilità dei prodotti di IV Gamma. Che sono invece assolutamente sicuri: le aziende del settore operano secondo rigidi sistemi di controllo e verifica.
Il professor Giancarlo Colelli (foto sopra) del Dipartimento Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria dell’Università di Foggia, esperto di IV Gamma, oltre che chairman della Divisione “Postharvest and Quality Assurance” della International Society of Horticultural Science (ISHS), offre una chiave di lettura interessante: “La notizia non è buona ma quasi, perché vuol dire che il sistema funziona e che le rare criticità vengono individuate prima che si possano creare rischi per la salute umana; in questo settore si vendono milioni di buste al giorno, ogni prodotto crudo non è sterile, il fatto che ci sia una contaminazione può starci, è naturale. Quando si crea una situazione come questa in una filiera controllata, ben tracciata, si riesce a intervenire tempestivamente. In una filiera non controllata, no”.
“Il rischio zero per un prodotto che per forza di cose è poco sterile perché crudo, non esiste. Non esiste per la prima Gamma né per il fresh cut, ove il processo di sanificazione è eccellente, con standard di sicurezza ai massimi livelli“, conclude Colelli.
Mirko Aldinucci
mirko.aldinucci@freshcutnews.it
da corriereortofrutticolo.it