Il bio nella IV Gamma ha tutte le carte  in regola per crescere ma deve diversificare

Anche la IV Gamma bio può crescere. Questa è l’impressione dopo avere letto il primo F&V Organic Monitor, studio effettuato da Nomisma per conto di AssoBio e Alleanza Cooperative Italiane  presentato lo scorso sabato al SANA di Bologna.

I dati riguardanti l’ortofrutta biologica sono più che interessanti: le vendite sfiorano i 400 milioni di euro considerando solo due canali di acquisto (GDO e negozi specializzati).  Nell’ultimo anno 7 famiglie su 10 hanno messo in carrello l’ortofrutta bio e il 72% delle famiglie italiane ha acquistato almeno una volta frutta e verdura biologiche (il 61% almeno una volta a settimana e il 25% due-tre volte al mese).

La gamma di prodotti fresh cut biologici appare ancora piuttosto ristretta e concentrata su prodotti “classici”. Potrebbe allora essere opportuno ampliare a prodotti più innovativi ed evoluti – proprio oggi pubblichiamo le novità piuttosto originali di un’azienda come Cultiva (vedi news) – indirizzati non solo ai consumatori bio ma  anche verso il grande mondo dei consumatori vegetariani e vegani, un mondo che è apparso sempre meglio rappresentato alla kermesse biologica bolognese.

Il consumatore veg/vegan (l’Italia è seconda in termini percentuali solo all’India con il 7,1% della popolazione – dati Eurispes) cerca i cosiddetti prodotti ossimorici, ovvero carne non carne, tagliatelle/non tagliatelle (di verdura per esempio), riso non riso (di cavolfiore)… e se son bio è meglio.  Il bio conta, teniamone conto.

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