Lunga vita all’antica mandorla italiana, soprattutto se preparata per la IV Gamma nella sua naturale veste di prodotto salutare in grado di creare valore aggiunto. In Sicilia e Puglia si stanno piantando antiche varietà come la Chiricupara di Rosolini e la Filippo Cea di Turitto con l’obiettivo di creare un nuovo canale commerciale redditizio rispetto a quelli tradizionali (pasticceria e industria alimentare) dove la California la fa da padrona con volumi e prezzi da mass market: più di 1,5 milioni di tonnellate l’anno di prodotto sgusciato a prezzi non superiori ai 6 euro al chilo.
Con questo orizzonte commerciale ben presente davanti, un mastro innestature di Rosolini, nel Siracusano, custode di antichi semi isolani, ha deciso di recuperare un’antica coltura siciliana, la mandorla Chiricupara appunto, caratterizzata da una fioritura tardiva e diffusa nella zona compresa tra Modica, Rosolini e Giarratana.
“Intorno a questa mandorla – spiega Gianluca Pannocchietti – stiamo iniziando a costituire un’associazione. Al momento siamo quattro produttori con un migliaio di piante. La particolarità di questa mandorla è che è mono-seme ed è tra le più dolci che esistano. Il suo mercato tradizionale è quello dell’alta pasticceria locale ma la nostra intenzione è di destinarla anche al canale della frutta secca di IV Gamma.”
La Chiricupara ha una resa minore rispetto alle mandorle in commercio, fino al 17% in meno, ma in compenso ottiene quotazioni fino a 15 euro al chilo per il prodotto sgusciato. “Stiamo parlando di una nicchia di mercato dentro una nicchia – precisa Alessandro Annibali, presidente di New Factor nonché invitato al tavolo ‘Frutta secca di IV Gamma’ di Confagricoltura -, se pensiamo che l’industria globale fa girare volumi per 1,5 milioni di tonnellate l’anno, un prodotto con volumi così bassi e prezzi così alti è lontano dalle esigenze della grande distribuzione”.
Nella GDO New Factor sta lanciando tre nuove barrette di IV Gamma della linea Mr Nut Wellness composte da frutta secca (tra cui mandorle californiane) e disidratata, prive di cereali in modo da essere 100% vegane, senza glutine, coloranti o OGM. “Fino al 15 settembre abbiamo in corso una campagna su alcune catene. Poi ad ottobre proseguiremo con il lancio nei canali di impulso e, infine, nelle vending machine”.
La varietà Filippo Cea di Turitto è invece quella a cui i trasformatori pugliesi guardano con maggiore attenzione.
“Si sono piantati – ci spiega Piero Devito, dell’azienda di trasformazione Calabrese – già mille ettari che andranno in produzione nei prossimi 3-4 anni. Stiamo iniziando a fare in conti con la IV gamma anche attirati dai margini maggiori. Siamo già pronti a fornire prodotto pelato, trasformato in barrette, affettato o in granella”. (m.l.)