Bloccato in Commissione Agricoltura il disegno di legge che riconosce, per la prima volta in Italia, la tecnica colturale del vertical farming.
“Ci sono state forti pressioni politiche, non si è raggiunto un accordo e tutto è rimasto in bozza”.
Ce ne ha parlato Rosario Rago, presidente dell’omonimo gruppo di IV Gamma e consigliere della Giunta nazionale di Confagricoltura, che sta associando i principali operatori del settore di vertical farming. Lo abbiamo raggiunto durante una pausa dei lavori del G20 Agricoltura, in corso a Firenze.

Rosario Rago
– Al G20 si è parlato di IV Gamma?
“Non mi pare che se ne sia parlato, se non forse indirettamente attraverso le riflessioni sulla sostenibilità, in generale, e dei packaging, in particolare”.
– Cosa pensa del tavolo chiesto al ministero da UIF-IV Gamma per revisionare la legge di settore, dedicando alle produzioni in serra verticale, un capitolo a sé?
“Bisogna guardare avanti anche in questo comparto e, per quanto riguarda il DDL sulla riforma della legge di IV Gamma, va guardato tutto nei minimi dettagli tenendo presente che la priorità di quel tavolo è la IV Gamma. In ogni caso, non ho mai trovato questi tavoli ministeriali né vantaggiosi né utili”.
– In che senso?
“Nel senso che quando si hanno tre ore per discutere una proposta di legge e i player convocati sono 50, non è che ci sia tutto questo tempo per fare un discorso ciascuno che porti a qualcosa di concreto”.
– E se si preparasse una bozza condivisa dagli attori fuori dalle stanze ministeriali per arrivare alla riunione con un testo già pronto da discutere con il governo?
“Sarebbe l’ideale se le organizzazioni sindacali parlassero tra di loro. Ma non tutte sono disposte a farlo”.
– Pensa che il vertical farming possa essere una risposta efficace all’appiattimento dei prezzi di IV Gamma che sta registrando il mercato anche per via delle promesse di economie di scala che creerebbero una maggiore competitività dei produttori?
“Bisogna precisare che il vertical farming è e resterà una nicchia di mercato. Al momento ha costi molto alti”.
– Si riferisce alle prime referenze già uscite sul mercato?
“Vediamo come vanno sia in termini di prezzi di vendita che di margini”.
– E allora come contrastare il ribasso dei prezzi di IV Gamma che il mercato, ovvero il canale retail, registra?
“Occorrerebbe un discorso sinergico tra produttori e grande distribuzione sulla falsariga di quanto fatto in Francia con Interfel, l’Interprofessione d’Oltralpe. Servirebbe quel modello anche per raggiungere l’obiettivo di prezzi equi”.
– In Italia l’interprofessione non è stata mai messa nelle condizioni né di correre, né, men che meno, di camminare. Ed oggi è anche un ente senza testa, stante le dimissioni di Nazario Battelli.
“Si sta lavorando per nominare un nuovo presidente”.
Pensa che Filiera Italia di Coldiretti possa fare concorrenza all’attività dell’interprofessione posto che tra i suoi partecipanti c’è Conad?
“Non saprei. Mi pare che in quel caso si parli di contratti di filiera anche se gli scopi non sono poi così lontani da quelli di un’Interprofessione.”
Mariangela Latella