Portaluca biofortificata con lo zinco, la ricerca che aiuta la salute

La portulaca, una tradizionale pianta infestante legata alla dieta contadina del dopoguerra grazie alle insalate fatte con le sue foglie super croccanti e ricche di proprietà nutrizionali, può diventare un prodotto chiave nel settore di IV Gamma e può ora essere biofortificata con lo zinco, un elemento necessario per il buon funzionamento del sistema immunitario umano.

Lo rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica ‘Food International Research’ dal titolo ‘Enhancing the Nutritional Value of Portulaca oleracea L. by using Soilless Agronomic Biofortification with Zinc’ (tradotto: Implementazione del valore nutrizionale della Portulaca oleracea L. con la biofortificazione con lo zinco in colture senza suolo).

La pubblicazione, firmata dai ricercatori D’Imperio, M., Durante, M., Gonnella, M., Renna, M., Montesano, F.F., Parente, A., Mita, A., Serio, F., è frutto del lavoro di una cordata di partner rappresentativi di realtà diversificate operanti nel comparto regionale delle coltivazioni senza suolo: in particolare AGRIS, società di consulenza in agricoltura; il Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISPA e l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – DISAAT, impegnati da anni in ricerche sulle colture senza suolo in ambiente mediterraneo.

Tra le imprese partner ci sono le aziende agricole F.lli Lapietra, Boccuzzi Giannangelo, Ortogourmet, Susca Vitantonio; e la Sysman Progetti e Servizi, operante nel settore delle tecnologie smart in agricoltura. “Questo progetto di ricerca è parte di una iniziativa denominata  SOILLESS – spiega Francesco Serio, ricercatore dell’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari del CNR Bari e coautore della ricerca – che è l‘acronimo di “SOstenibilità ambientale, Innovazioni di processo e di prodotto per la competitività deLLE coltivazioni Senza Suolo”, finanziato nel quadro del Gruppo Operativo sulle Colture Senza Suolo in Puglia con un bando PSR Puglia 14/20 per complessivi 500mila euro”.

“Il Gruppo Operativo – prosegue Serio (nella foto a sinistra) –  fa riferimento a specifici fabbisogni, manifestati dagli attori locali del settore delle coltivazioni senza suolo, connessi con l’introduzione di tecnologie innovative per l’impiego più efficiente delle risorse, per innovare processi e prodotti, valutare i vantaggi economici derivanti dall’adozione di innovazioni e consolidare la posizione dei prodotti sul mercato”.

“La biofortificazione con lo zinco della portulaca – aggiunge ancora Serio – è solo uno dei filoni di ricerca a cui è incentrato il progetto. Lo stesso tipo di biofortificazione (con zinco) si è riusciti a ottenerla anche sulla rucola mentre il gruppo di ricerca sta ancora testando la biofortificazione dei pomodori con lo iodio”.

La ricerca, guidata da Massimiliano D’Imperio, biologo nutrizionista e assegnista di ricerca dell’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari del CNR Bari, è stata condotta su colture di portulaca in idroponica con floating system, ossia con pannelli galleggianti.

“Oltre alla soluzione nutritiva – precisa D’Imperio – dentro alle vasche di coltura sono stati aggiunti livelli crescenti di zinco cosiddetto ‘chelato’, ossia inserito in una molecola più grande che ne ha impedito la sedimentazione e lo ha reso solubile, trasportabile, e quindi utilizzabile per essere assorbito dalle piante fino alla fine del ciclo colturale. L’importanza della ricerca è stata proprio quella di individuare la soglia massima utile per la biofortificazione dal momento che quantità eccessive di zinco lo rendono un elemento tossico”.

Il ciclo colturale testato dura 18-20 giorni e garantisce rese molto superiori rispetto alla produzione a campo aperto della portulaca che, in quanto pianta infestante, ha bisogno di poche attenzioni.

“Con una densità di piante pari a circa 900 semi per mq – spiega D’Imperio -, abbiamo ottenuto una produzione, a parità di superficie, di 3 chili di portulaca biofortificata. Tuttavia se nelle colture spontanee a campo aperto si usano per il consumo alimentare solo le cime delle piante, ossia le foglie, e si butta la gran parte del prodotto costituito da fusto coriaceo, con la coltura idroponica e l’elevata densità di piante per metro quadro siamo invece riusciti a ottenere un prodotto che ha un fusto molto tenero e commestibile: può essere consumato insieme alle foglie”.

La versatilità della portulaca per i trattamenti di IV Gamma è già stata oggetto di letteratura scientifica autorevole che ne ha dimostrato la resistenza alle lavorazioni lungo le linee di processo. Con la biofortificazione con lo zinco si va ad intercettare un target di persone più ristretto, per quelle categorie di prodotto cosiddette di ‘tailored food’, ossia cibo su misura: sono le persone carenti di questo elemento chimico, che rappresentano circa il 12% della popolazione mondiale.

“Con la biofortificazione – specifica Serio – siamo riusciti a triplicare il contenuto di zinco delle piante passando dai 0,49 mg su 100 grammi di prodotto fresco a 1,33 milligrammi, vale a dire il 21% della dose giornaliera consigliata.

Mariangela Latella

Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi ogni giorno
le più importanti notizie dal mondo dell’ortofrutta.

Grazie per esserti iscritto alla nostra newsletter!