Belgravia: urge adeguare i prezzi. Corre il progetto Baby leaf “green”

L’estate siccitosa e il maltempo di fine agosto che ha coinvolto le regioni del nord Italia ha creato non pochi danni alle produzioni di insalate di quei territori, tra cui quelle di Belgravia, che ha aziende agricole sparse in tutt’Italia, dalla Lombardia alla Toscana alla Campania e a seguire, Puglia e Piemonte.

Per far fronte ai cali produttivi causati dal clima impazzito l’azienda ha cercato in tutti i modi di salvaguardare e garantire, per quanto possibile, continuità alla fornitura di IV Gamma legata alla domanda proveniente dai supermercati italiani ed esteri accelerando i cicli di lavorazione e di semina per ottenere una maggiore superficie di  coltura rispetto allo standard del periodo.

Inoltre Belgravia sta fortemente credendo nel progetto Baby Leaf Residuo Zero  per portare innovazione e rispondere ad un mercato sempre più esigente rispetto al benessere e alla salute.

Ne parliamo con Monia Celegato (nella foto sotto), responsabile vendite di Belgravia, in un’intervista esclusiva per Fresh Cut News.

– Come è andata, quest’estate, la campagna?
“Gli eventi climatici di agosto sono stati la ciliegina sulla torta di una lunga estate,  difficile soprattutto per il grande caldo cominciato già da fine maggio. A questo si è aggiunta la siccità e poi gli eventi meteorologici estremi di agosto con la tromba d’aria che ha coinvolto le  Regioni del nord fino ad arrivare in Toscana,  con forti piogge, grandinate e vento”.

– Come hanno impattato questi eventi sulle vostre colture?
“La nostra azienda in Toscana è stata particolarmente danneggiata da questo evento di forza estrema”.

– Avete subito perdite di prodotto significative?
“A livello di volumi movimentati in generale da Belgravia, direi di no. Sicuramente, nell’immediato, i danni alle serre influiscono sulla disponibilità dei prodotti nell’arco di tempo necessario per il ripristino delle strutture. In ogni caso, c’è stata effettivamente una mancanza di prodotto lungo tutto il periodo estivo in particolare, guardando alle nostre produzioni, di tutte le baby leaf  e di spinacio. Ciò nonostante siamo riusciti a mantenere in gran parte la nostra fornitura di IV Gamma intervenendo come detto sopra, da un punto di vista agronomico,. Però la resa al metro quadrato è stata inferiore di un 30/40%.

– Come prevedete di chiudere il 2022?
“Con un fatturato intorno ai 33 milioni di euro”.

– L’inverno che abbiamo davanti si presenta particolarmente critico per la IV Gamma anche a causa delle grandi incertezze sull’evoluzione della crisi energetica. Cosa ne pensa?
“Sui costi energetici non siamo una voce fuori dal coro. Ci uniformiamo senza dubbio al grido di allarme lanciato da tutto il comparto e in genere da tutto il mondo produttivo. La situazione si è  particolarmente aggravata negli ultimi due mesi con il pesantissimo caro energia ma arriviamo già da una situazione di prezzi e di margini in forte sofferenza. La situazione è molto pesante e servirebbe un adeguamento  immediato dei prezzi anche in considerazione dell’aggravio di tutti i costi verificatosi nel corso dell’ultimo anno: dagli imballaggi, alla logistica ai costi in campo…”.

– Che adeguamento servirebbe?
“Servirebbe almeno un 15 % complessivo in più”.

– La crisi energetica coinvolge anche la GDO che chiede a gran voce di potere entrare nella lista delle aziende energivore per potere beneficiare delle agevolazioni finanziarie previste per questa categoria. Il rischio è che alcuni supermercati possano ridurre i banchi frigo e, quindi, il flusso di merce sulla catena del freddo. Una mossa che inevitabilmente andrebbe a toccare anche gli assortimenti di IV Gamma…
“Non credo che qualcuno abbia in mente soluzione chiara a questo enorme problema e credo che nell’Unione Europea si stia vivendo la situazione con le stesse problematiche, sia sul fronte produttivo che distributivo. Non saprei quali soluzioni immaginare se non un intervento a livello governativo. Solo così si potrebbero mettere in atto azioni che oggi le aziende non sono in grado di realizzare. Serve un approccio di sistema che coinvolga tutti gli attori del comparto IV Gamma per definire un intervento chiaro, preciso e soprattutto risolutivo da parte del Governo”.

– Parliamo di innovazione. Avete delle novità in programma?
“La nostra azienda sta lavorando da 5-6 anni a un progetto ad alto valore aggiunto: le baby leaf a residuo zero. Da giugno abbiamo lanciato quattro referenze a marchio nostro, mentre con la MDD sono già sul mercato da un anno circa. Crediamo fortemente in questo progetto poiché permette di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più crescente ed esigente  in ambito salutare e di garanzia del prodotto. È un progetto che ha richiesto anni di ricerca e sviluppo, e necessiterà ancora di un grande impegno per far sì che sia implementato con i parametri più restrittivi. Tant’è vero che siamo la prima azienda in Europa ad essere certificata per delle baby leaf a residuo zero.

Mariangela Latella

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